Economia / Valle Seriana
Giovedì 16 Gennaio 2014
Ciclotte si fa più brillante
Modello in Swarovski per Lamiflex
L’anno nuovo si apre all’insegna di una novità per Ciclotte, oggetto di luxury design: è recente la realizzazione di una nuova limited edition, ovvero la Ciclotte fatta con Swarovski Gemstones e Swarovski Zirconia.
Con Ciclotte design e preziosi vanno a braccetto. La cyclette prodotta dalla Lamiflex Composites di Ponte Nossa e realizzata nel 2010 dal designer Luca Schieppati, a fine 2013 è stata introdotta dallo stilista statunitense Ralph Lauren all’interno della sua linea moda «Black Label» ed esposta nel grande monomarca di Madison Avenue a New York.
L’anno nuovo si apre all’insegna di un’altra novità per questo oggetto di luxury design, con la realizzazione di una nuova limited edition, ovvero la Ciclotte fatta con Swarovski Gemstones e Swarovski Zirconia, modello nato da una partnership Ciclotte fatta con Swarovski Gemstones e Swarovski Zirconia, modello nato da una partnership tra l’azienda bergamasca e il colosso austriaco specializzato nel taglio delle pietre.
Dopo la versione classica della Ciclotte, in acciaio e fibra di carbonio, sono nate la versione Marine, per yatch e navi, e quella più tecnologica,con un kit di accessori per iPad e iPhone, raggiungendo Hollywood e finendo in alcune pellicole e pubblicità di diffusione mondiale. Da non dimenticare poi le edizioni limitate: con Roberto Cavalli per la moda e quella dedicata a Tonino Lamborghini per il mondo della corsa.
Proprio in questi giorni la nuova Ciclotte è esposta a Colonia, in Germania, e successivamente approderà al Maison&Object di Parigi, la fiera dedicata all’interior design, insieme al modello Tonino Lamborghini. «Da tre anni questo progetto è sempre in fermento, collezionando premi e assicurandosi collaborazioni di altissimo livello, a partire da quella con Daniel Egneus, illustratore e artista di fama internazionale che ha disegnato Ciclotte in sette bozzetti, uno per una diversa capitale, da Londra a Mosca», spiega Luigina Bernini, presidente di Lamiflex. E i riconoscimenti non sono mancati (tra gli altri nel 2011 la Ciclotte ha ricevuto il premio Fibo come «Miglior prodotto fitness dell’anno» nella categoria design) portando visibilità all’azienda che ha chiuso il 2013 a 18 milioni di euro, confermando i suoi 90 dipendenti. «Da quando è partito il progetto, per Ciclotte abbiamo investito 3 milioni di euro. Per il 2014 continueremo a lavorarci, con nuovi modelli e partnership. Nel frattempo abbiamo già siglato un’importante commessa nel settore aeronautico, su cui il nostro gruppo sta investendo parecchio e che dovrebbe portare frutti per diversi anni a venire».
Intanto per quanto riguarda Ciclotte, sono un centinaio i pezzi prodotti e consegnati all’anno: «Siamo ancora ben lontani dal parlare di guadagni – continua Bernini - ma la risonanza di questo progetto ha dato un grande riconoscimento a Lamiflex e alla sua capacità di produzione evoluta nel settore del design estetico oltre che in quello tecnico». Azienda che continua la sua produzione di laminati in carbonio, titanio e fibra di vetro, con commesse indirizzate soprattutto nel settore aeronautico e medicale: «Continuiamo nella ricerca tecnologica e nell’innovazione, questo anche grazie ai giovani – continua la presidente di Lamiflex, tra l’altro esponente della Aidda, Associazione imprenditrici donne dirigenti d’azienda -. E qui parlo in generale: le nostre aziende hanno bisogno di giovani seri e talentuosi, che possano essere misurati sul risultato raggiunto».
E per Lamiflex le «prospettive rimangono serene»: «La situazione italiana certo non aiuta: abbiamo un sistema politico che ci succhia ogni forma di redditività e insieme alle sfide globali di Paesi con tassazione e incentivi molto convenienti veniamo messi in serie difficoltà». Con Luigina Bernini che si toglie un sassolino dalla scarpa: «Non vedo nessuno che piange per la “morte” di un’azienda e me ne stupisco. Oltre ovviamente alla perdita di preziosi posti di lavoro, proseguiamo con l’impoverimento del nostro territorio che difficilmente potrà ritrovare le energie sufficienti per far ripartire la produttività con redditività».
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