Economia / Bergamo Città
Venerdì 11 Dicembre 2015
Cibo bergamasco: boom all’estero
+ 26% in 6 mesi, davanti c’è solo Napoli
Bergamo al secondo posto tra le province che hanno avuto una maggior crescita delle esportazioni di prodotti alimentari: +26,1% nei primi sei mesi del 2015. In vetta c’è Napoli. I dati di Confartigianato.
Nella classifica delle regioni con il maggiore aumento di export alimentare la Toscana fa registrare il +18,4% nei primi sei mesi del 2015, Seguono Campania, con +14,8%, Veneto (+11,9%), Piemonte (+5,1%), Emilia-Romagna (+ 4,7%) e Lombardia (+1,%). A livello provinciale, record di crescita dell’export per Napoli (+36,1%), Bergamo (+26,1%), Firenze (+19,6%), Siena (+18,9%), Vicenza (+18,7%).
Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato a far crescere la passione degli stranieri per i nostri prodotti della buona tavola è anche il numero di specialità alimentari italiane riconosciute e tutelate dall’Unione Europea con i marchi Dop, Igp e Stg.
L’Italia è leader nell’Ue per quantità di prodotti difesi da questi marchi di qualità: ben 277, vale a dire un quinto (21,5%) del totale dei prodotti di qualità europei. In ripresa, dopo 9 anni, anche i consumi interni: le vendite di alimentari nei primi 9 mesi del 2015 registrano una crescita dello 0,5%, per la prima volta dal 2006. Le festività natalizie, stimolano gli acquisti: i consumi di alimenti, a dicembre, mostrano un valore di 15,2 miliardi, vale a dire 2,6 miliardi in più (+21,2%) rispetto alla media dei consumi mensili di tutto l’anno.
Quali sono i sapori più «quotati» all’estero? Piacciono sempre di più i dolci natalizi della tradizione artigiana italiana. Nell’ultimo anno, tra panettoni, pandoro, cioccolato e prelibatezze made in Italy, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 309,1 milioni di euro, con un aumento del 10,2% rispetto all’anno precedente. Lo rileva sempre Confartigianato che ha stilato una classifica dei Paesi più «golosi» di prodotti italiani: in testa c’è la Francia, seguita da Germania e Regno Unito. Dall’inizio dell’anno, i nostri cugini d’Oltralpe hanno comprato 75,1 milioni di euro di dolci natalizi (pari al 24,3% del nostro export di questo tipo di prodotti). In Germania abbiamo esportato 53,8 milioni di pasticceria per le feste di fine anno (17,4% del totale esportato), mentre nel Regno Unito il nostro export di dolci di Natale è pari a 34,3 milioni (11,1% del totale).
Ma l’exploit di crescita nel 2015 si registra negli Stati Uniti che hanno comprato il 45,5% di dolci in più rispetto al 2014. Seguono la Germania con il 32,1% in più, dall’Austria con il 22,2% e dalla Spagna con il 15,6%. Secondo il rapporto di Confartigianato l’aumento dell’export di specialità natalizie è in linea con il record storico di vendite all’estero di food made in Italy registrato nel 2015: ben 29,6 miliardi.
«Se il nostro cibo va forte sulle tavole di tutto il mondo - sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti - il merito è anche delle 90.977 aziende artigiane del settore, di cui 43.575 imprese specializzate nella pasticceria, che danno lavoro a 159.753 addetti. Un patrimonio economico e di tradizione culturale che va costantemente difeso e valorizzato».
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