Cena col coupon online? Pochi ritornano
Confesercenti ai ristoratori: consultateci

Solo il 4% di coloro che hanno comprato online un coupon per una cena ritorna nel ristorante scelto. Ora Confesercenti scrive ai ristoratori: «Consultateci».

Comprare una cena su internet a prezzi scontati - scrive Confesercenti in un comunicato - è il fenomeno del momento. Ma spesso la clientela resta delusa. «Un’occasione sprecata: i coupon servono a promuovere l’attività, non a fare cassa. Bergamo ha una bella reputazione gastronomica e turistica: non roviniamola».

L’acquisto online di prodotti e servizi a prezzi scontati è un fenomeno in forte espansione anche nel settore della ristorazione. Ma lo shopping in rete resta uno strumento da maneggiare con cura. Non solo per chi compra, ma anche per chi vende.

«Si tratta di nuove formule interessanti che però, se utilizzate in maniera scorretta, possono danneggiare non solo il singolo ristoratore ma anche l’intera categoria – spiega Cesare Rossi, responsabile per i pubblici esercizi di Confesercenti –. Per questo invitiamo i ristoratori a consultarci per individuare insieme le migliori strategie, come ad esempio fare un sondaggio per capire quanti clienti nuovi arrivano con il coupon e quanti sono quelli vecchi che approfittano di un’offerta estemporanea. Questo per sfruttare al meglio un potentissimo strumento di promozione senza perde-re di vista la professionalità».

Infatti nel sistema del couponing si rinuncia spesso alla qualità in nome della quantità, presentando offerte allettanti a basso costo, che però possono celare servizi non sempre all’altezza delle aspettative. Si punta sui grandi numeri piuttosto che sulla fidelizzazione: si vuole soltanto fare cassa anche se poi i clienti, insoddisfatti, non torneranno più.

«Un grave errore – prosegue Rossi – perché il coupon ha un senso solo se serve a conquistare una nuova fetta di clientela. Quindi alla base delle offerte dev’esserci una logica promozionale, non di massimizzazione del profitto. Ad esempio per chi ha appena avviato l’attività può essere un buono strumento di promozione pubblicitaria per farsi conoscere. Chi arriva grazie allo sconto potrebbe poi tornare, se la prima volta ha trovato qualità e alta professionalità. Altrimenti l’offerta rimane fine a se stessa. Dunque bisognerebbe dare il meglio, non certo il peggio».

Non a caso, solo il 4% di chi ha comprato un coupon su Internet ritorna nelle due settimane successive: un dato che conferma come questo strumento sia utilizzato nel modo sbagliato. Alla lunga, chi lavora male e sottocosto finisce con il danneggiare non solo se stesso ma anche l’intero settore di riferimento, svalutandone le proposte.

«Bergamo si sta costruendo una bella reputazione a livello turistico e gastronomico – sottolinea Rossi -. Crediamo che si debba proseguire in questa direzione, evitando cadute di stile e di qualità che potrebbero danneggiare pesantemente l’immagine del nostro sistema di accoglienza e ristorazione. Si tratta di un patrimonio da valorizzare, non certamente da svendere. I coupon vanno perciò utilizzati prima di tutto per farsi conoscere e apprezzare da nuovi clienti».

Accanto o in alternativa al couponing è bene favorire forme di fidelizzazione che premiano il cliente abituale, o comunque chi già conosce e apprezza l’attività commerciale. Ad esempio, diffondendo sulla propria pagina Facebook l’annuncio di una offerta speciale o di un’iniziativa. Si eviterà così di «sparare nel mucchio», definendo meglio i propri obiettivi.

«Lasciare una buona impressione resta la miglior strategia – conclude Rossi -. Solo così si favorisce il passaparola che diventa una delle forme di pubblicità più efficaci. In tempi di recensioni diffuse sui social network, la reputazione di un albergo o di un ristorante è più che mai la miglior ca-ta da giocare. Non ne vale la pena intaccarla per aumentare l’incasso di una serata».

I ristoratori e gli altri imprenditori interessati possono contattare Cesare Rossi (tel. 035 4207269, email: [email protected]) per ricevere consigli e informazioni.

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