Cascina Italia, salta la trattativa
Previste nuove proteste
«Un'occasione persa per mettersi in regola, a costo zero per giunta!»: così i sindacatihanno commentato le posizioni della controparte e la conseguente rottura del tavolo sulla stabilizzazione di 11 lavoratori in somministrazione in Cascina Italia.
«Un'occasione persa per mettersi in regola, a costo zero per giunta!»: così i sindacati - Nidil-Cgil, Flai-Cgil e Fai-Cisl - hanno commentato le posizioni della controparte e la conseguente rottura del tavolo, aperto nell'ottobre scorso, sulla stabilizzazione di 11 lavoratori in somministrazione in Cascina Italia, azienda di Spirano specializzata nella produzione di uova e prodotti derivati, dove ormai si registra un alto tasso di personale in somministrazione che ha superato il personale assunto direttamente.
La trattativa avviata sei mesi fa ed ora rotta faceva riferimento all'accordo siglato nel gennaio 2010 da sindacati, azienda e dall'agenzia interinale Dimensione del Lavoro (Ddl), che ha in forza con contratti in somministrazione a tempo determinato gli 11 lavoratori di Cascina Italia. L'intesa 2010 prevedeva, tra gli altri punti, un diritto di precedenza per la stabilizzazione diretta (contratti a tempo indeterminato) da parte di Cascina Italia per 12 lavoratori «anziani», cioè quelli da più tempo presenti in azienda, con una verifica da svolgersi nell'ottobre 2010 per le prime stabilizzazioni. Solo per uno dei dodici interinali è avvenuta l'assunzione.
Nel corso della trattativa di questi mesi, vista l'indisponibilità di Cascina Italia a proseguire nelle assunzioni dirette, l'agenzia DDL spa si è resa disponibile a stabilizzare questi lavoratori utilizzando la somministrazione a tempo indeterminato (non si tratta di staff leasing). A questo punto, a Cascina Italia spettava la conferma del diritto di precedenza che questi lavoratori portavano con sé sin dall'accordo di gennaio. «L'azienda, però, durante l'ultima trattativa ha tentato di inserire clausole e restrizioni che intralciavano la fruizione, già sancita, del diritto di precedenza» dice Mauro Rossi, segretario generale provinciale Nidil-Cgil di Bergamo. «Eravamo disponibili ad un accordo di stabilizzazione con l'agenzia Ddl spa, dunque l'azienda ha avuto la possibilità di chiudere un accordo per mesi. Non lo ha fatto, adducendo una scusa dopo l'altra e chiedendo una serie di clausole e condizioni non previste». Così, rotte le trattative, si è andati al confronto con i lavoratori che, nell'assemblea di martedì scorso, hanno deciso per lo stato di agitazione, con blocco immediato degli straordinari. In vista, anche ulteriori iniziative di protesta. Nel frattempo, si è aggiunta una sentenza del Tribunale di Bergamo, risalente a tre mesi fa, a proposito della vertenza mossa da una ex lavoratrice somministrata di Cascina Italia: il giudice ha riconosciuto la trasformazione del suo contratto in lavoro subordinato a tempo indeterminato, alle dirette dipendenze dell'azienda.
«Anche alla luce di questo, la trattativa non potrà che ripartire da una richiesta di stabilizzazione diretta alla dipendenze dell'azienda utilizzatrice dei lavoratori somministrati con più elevata anzianità contrattuale» aggiunge Rossi. «L'agenzia DDL spa, a cui diamo atto della sempre positiva disponibilità dimostrata nei confronti dei lavoratori, potrà, se lo riterrà, stabilizzare i lavoratori con elevata anzianità contrattuale, senza sottoscrizione di ulteriori accordi con i sindacati e nel rispetto degli impegni precedentemente presi al tavolo di trattativa. In ogni caso, anche in presenza di una stabilizzazione dell'agenzia DDL, la trattativa con Cascina Italia Spa dovrà riprendere, a partire dalle nuove richieste di stabilizzazione diretta con l'azienda degli stessi lavoratori».
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