Economia / Bergamo Città
Sabato 18 Aprile 2020
«Cantieri, serve ripartire al più presto»
L’Ance: settore strategico in Bergamasca
«Le aziende di Ance Bergamo sono pronte a ricominciare nel pieno rispetto dei protocolli sottoscritti e disponibili ad applicare, a tutela della salute dei lavoratori, tutte le misure che le autorità sanitarie riterranno opportune» si legge in una nota.
Ance di Bergamo non ha dubbi: «Serve una ripartenza immediata e urgente». Secondo la sezione orobica dell’Associazione nazionale costruttori edili bisogna mettere in campo la Fase 2: l’attività nei cantieri deve riprendere al più presto, pur con le dovute precauzioni. «Le aziende di Ance Bergamo sono pronte a ricominciare nel pieno rispetto dei protocolli sottoscritti e disponibili ad applicare, a tutela della salute dei lavoratori, tutte le misure che le autorità sanitarie riterranno opportune», si legge in una nota.
L’Ance sottolinea che «nella provincia di Bergamo il comparto edile genera un valore aggiunto del 7%, un dato ben oltre la media regionale e nazionale, a cui va sommato un ulteriore 14% del settore immobiliare. Sono numeri che evidenziano come l’edilizia sia centrale per la ripresa economica della Bergamasca e del Paese».
Secondo l’Associazione degli edili, la partenza immediata e urgente – compresa la riattivazione della filiera edile per consentire gli approvvigionamenti necessari – dovrà strutturarsi su più step, cominciando dai cantieri dove, ad esempio per tipologia di lavorazione o per numeri di addetti, minori sono i rischi.
«Continuiamo a muoverci con grandissimo senso di responsabilità – commenta la presidente di Ance Bergamo, Vanessa Pesenti – avendo ben presente la pericolosità che il coronavirus rappresenta per la nostra incolumità, per quella dei nostri lavoratori e per le famiglie, ma anche con una forte determinazione. L’apertura dei cantieri sarà garantita solo a chi è in grado di rispettare il protocollo, ma è fondamentale riprendere a lavorare. Apprezziamo l’intervento di venerdì 17 aprile del presidente Fontana che, anche a seguito del dialogo continuo e della collaborazione con la nostra associazione regionale, ha riconosciuto la centralità della filiera dell’edilizia per il rilancio dell’economia lombarda e la necessità di riprendere immediatamente l’attività nei cantieri».
A questo proposito sottolinea Pesenti: «In base alle ultime informazioni disponibili, il settore delle costruzioni viene classificato con “rischio basso” di contagio Covid. Siamo dunque pronti sia sul fronte dei dispositivi di protezione individuale che sulla riorganizzazione della nostra attività lavorativa: attivando controlli in ingresso ai cantieri, prevedendo ove possibile il distanziamento interpersonale e provvedendo alla pulizia periodica dei luoghi di lavoro e delle attezzature. Occorre però anche chiarire che le conseguenze da contagio da Covid 19, in quanto pandemia, non possono essere considerate alla stregua di infortuni sul lavoro e non devono comportare alcuna responsabilità in capo al datore di lavoro».
Ance Bergamo ha ben chiaro quello che serve per affrontare non solo la ripresa, ma anche il rilancio nel medio e lungo periodo: la disponibilità di liquidità che deve essere immediata, stante la necessità di pagare gli stipendi a fronte dei mancati incassi nel periodo di chiusura, risorse per gli investimenti nelle infrastrutture e nelle opere pubbliche a partire da quelle locali di più semplice attivazione; semplificazione della burocrazia, accelerazione dei processi autorizzativi e proroga automatica della validità di tutte le autorizzazioni; e – per i territori colpiti – misure straordinarie quali azzeramento delle imposte, prestiti senza interessi e finanziamenti a fondo perduto, oltre al pagamento immediato dei lavori eseguiti, anche se non terminati.
Per il settore immobiliare, con un ruolo di traino per diverse realtà produttive, secondo Ance Bergamo servono le necessarie garanzie agli investitori, gli incentivi all’acquisto della casa e mutui a tasso zero e garantiti al 100% da un fondo statale. «Intanto non possiamo che ricominciare subito – conclude Vanessa Pesenti – perché le iniziative del Governo per fornire liquidità alle imprese sono comunque sotto forma di un debito, e se non lavoriamo non possiamo restituire il prestito».
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