Economia / Bergamo Città
Lunedì 03 Ottobre 2016
Calenda: Italcementi, sono preoccupato
Confronto su Bergamo e l’industria
«Il livello di “barocco” raggiunto nelle istituzioni europee ed italiane non si può più sostenere». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda intervenendo all’assemblea di Confindustria Bergamo che si è svolta al Teatro Donizetti di Bergamo.
Secondo il ministro, che ha citato gli intoppi nella negoziazione tra Europa e Canada sull’accordo di libero scambio e i problemi per lo sbocco del gasdotto Tap in Puglia, «se non c’è una governance più forte altro che gestire la crescita, si gestisce la decrescita». Calenda prima di partecipare all’assemblea si è recato ad un incontro con i delegati sindacali di Italcementi per un aggiornamento sulla vertenza apertasi a seguito dell’acquisizione del gruppo da parte di HeidelbergCement.
«Vengo da 3 mesi di lavoro con Heidelberg - ha detto il ministro - e sono un sostenitore degli investimenti esteri in Italia ma comincio ad essere un po’ preoccupato e non mi sta bene». «Ci siamo incontrati diverse volte - ha aggiunto - è gli abbiamo detto che siamo disposti a sostenere investimenti in modo praticamente illimitato, chiedendo che ci facciano avere una «wish list»». «Auspico - ha concluso - di capire nei tempi più rapidi possibili, di capire che cosa c’è dentro a quella lista».
«La società conferma la disponibilità al confronto già manifestata in sede ministeriale e alla prosecuzione del dialogo già avviato».
Al centro dell’assemblea le dichiarazioni del presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca, in riferimento alla visione «assolutamente complementare» del ruolo dell’associazione che ha con il numero uno di Confindustria Vincenzo Boccia. È quanto sostiene lo stesso Boccia interpellato sull’argomento a margine dell’assemblea degli industriali di Bergamo. Secondo Boccia «Confindustria deve essere politica ma equidistante dai partiti, deve esprimere proposte e contenuti, concertandole nel dibattito interno e quando sono condivise deve proporle». Secondo Boccia «mi sembra che questo sia il ruolo di un corpo intermedio dello Stato, altrimenti parliamo solo di cose da fare nelle imprese, che è un elemento importante».
Inevitabile una dichiarazione sulla nuova squadra che guiderà il Sole 24 Ore: «È ancora da vedere» ha detto ancora Boccia che, rispondendo alla domanda su chi la comporrà, afferma: «Adesso vediamo». Non si esprime invece su possibili azioni di responsabilità nei confronti degli ex vertici affermando che «entriamo nel merito di cose che non conosco, ora prendiamo in mano il dossier e vediamo». Quanto infine a possibili riorganizzazioni del gruppo, Boccia sostiene che riguardano «la gestione interna, mentre io posso occuparmi dell’aumento di capitale ove dovesse servire, vedremo il piano industriale», conclude.
All’assemblea è intervenuto anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori: «Stimo il presidente di Assolombarda (Felice Rocca, ndr), ma la visione che ha espresso in un’intervista che ho letto questa mattina è ancora troppo “milanocentrica”». Il primo cittadino ha spiegato che «non ci si può fermare all’Adda, il cuore dell’industria manifatturiera italiana è ad est di Milano, è a Bergamo e a Brescia». Gori ha poi indicato che «non basta il Patto per Milano siglato con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ci vuole anche un patto per il nostro territorio».
«Non può esistere una Milano che si contrappone alla Lombardia. Esiste una Milano che aiuta la Lombardia»ha evidenziato Rocca, a margine della presentazione di risultati del progetto Abc Digital. Interpellato sulle critiche espresse dal sindaco Gori, il presidente di Assolombarda ha risposto che «si tratta di un problema più di comunicazione che di sostanza. Come industriali siamo molto presenti a Bergamo. Se si vanno a guardare i progetti si vede che stiamo lavorando insieme». Per Rocca l’importante è «investire nelle eccellenze, che sono un po’ a macchia di leopardo». Nel far questo, ha spiegato, «non c’è contraddizione. Posso capire che venga interpretata così, ma si vola insieme e avere dei luoghi come Milano che si proiettano al futuro aiuta tutta la Lombardia e non deprime le altre province». In merito alla richiesta, espressa da più parti, di avere un patto per La Lombardia accanto a quello per Milano siglato dal premier Renzi, Rocca ha aggiunto che «è molto logica una richiesta di questo genere. Io la supporto profondamente. Oggi nella nostra assemblea ripeterò che per far volare Milano occorre far volare l’Italia e la Lombardia. Quindi le due cose si tengono fra loro».
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