Economia
Venerdì 04 Marzo 2022
Brembo, l’utile 2021 vola a 215,5 milioni: «Circoscritto l’impatto diretto del conflitto»
Bilancio 2021 I ricavi oltre i 2,77 miliardi. Il presidente Tiraboschi: recuperato quanto perso con la pandemia. «Vicini ai nostri lavoratori ucraini, sia qui che in Polonia». L’anno scorso 50 milioni di investimenti in Bergamasca.
Brembo continua ad essere un treno in corsa. Malgrado la pandemia i cui effetti sui conti sono stati ben ammortizzati. Lo dicono i dati 2021 approvati ieri dal consiglio di amministrazione, il primo presieduto da Matteo Tiraboschi nel ruolo di presidente esecutivo che lo scorso dicembre ha raccolto il testimone dal fondatore Alberto Bombassei, ora presidente emerito. La multinazionale orobica del freno che fa capo alla famiglia Bombassei chiude infatti l’anno con un fatturato di 2,777 miliardi (+ 25,8%) e un utile netto di 215,5 milioni di euro, in crescita del 57,9% rispetto al 2020. Alla luce di quest risultati, il cda proporrà all’assemblea dei soci del 21 aprile la distribuzione di un dividendo di 0,27 euro per azione.
Un anno «sfidante ma molto positivo»
Tiraboschi parla di un anno «sfidante ma molto positivo». «Abbiamo recuperato tutto quello che avevamo lasciato per strada durante il 2020 - sottolinea -. Siamo inoltre riusciti a centrare questi obiettivi, superiori del 7,2% rispetto al 2019, preservando la nostra profittabilità». «In un contesto di mercato molto complesso - aggiunge - influenzato dal forte impatto negativo dell’inflazione delle materie prime e della carenza dei semiconduttori, questo risultato non può che essere motivo di grande soddisfazione ed è stato possibile grazie all’impegno di tutti». Anche nel 2021 sono proseguiti gli investimenti, 236,2 milioni in totale, 50 dei quali in Bergamasca. Delle 1.186 nuove assunzioni, al netto dei dipendenti assorbiti con le acquisizioni di Sbs Friction (106 addetti) e J.Juan (570) , il 40% è stato fatto nella nostra provincia.
«Nessuno si aspettava lo scoppio di una guerra a poche centinaia di chilometri da noi, con conseguenze così importanti anche dal punto di vista umanitario»
Lo scenario in cui ora si trova a operare Brembo non permette tuttavia di abbassare la guardia. «Nessuno si aspettava lo scoppio di una guerra a poche centinaia di chilometri da noi, con conseguenze così importanti anche dal punto di vista umanitario» ammette Tiraboschi. «Osserviamo con estrema attenzione - prosegue - l’evoluzione della crisi Russia-Ucraina. L’impatto diretto sul gruppo è circoscritto, non abbiamo stabilimenti in Ucraina né in Russia che per noi è un mercato per l’after-market ma limitato nei volumi. Non abbiamo nemmeno clienti diretti. Stiamo tuttavia monitorando l’impatto di questa crisi sugli approvvigionamenti delle materie prime e sui costi di produzione». Brembo è invece presente in Polonia, Paese dove ora si stanno ammassando migliaia di profughi, con 3 stabilimenti (Czestochowa, Dabrowa, Niepolomice) con oltre 2 mila dipendenti. «Stiamo dando supporto ai nostri lavoratori di origine ucraina e alle loro famiglie comprendendo bene il dramma che stanno vivendo». Sentimento condiviso «anche dai lavoratori ucraini in forza negli stabilimenti bergamaschi».
A pieno ritmo
Nonostante la complessità dello scenario di mercato e le tensioni geopolitiche, il 2022 per Brembo si è aperto positivamente . «Anche a marzo tutti gli impianti stanno lavorando a pieno ritmo - spiega ancora il presidente - Guardiamo al nuovo anno forti di un percorso strategico solido, tracciato nella direzione della continua innovazione delle nostre soluzioni, nel solco della digitalizzazione e dello sviluppo sostenibile». A contribuire ai risultati positivi sono state tutte le aree geografiche. Le vendite in Italia hanno visto un incremento del 31,1%, cresciute anche in Germania (+24,6%), Francia (+15,1%) e Regno Unito (+17,7%). Fuori dai confini europei spiccano la Cina e l’India con un aumento di oltre il 28%, il Sudamerica che registra un più 22%, Nord America ha chiuso invece con più 25,2 %.
«Guardiamo al nuovo anno forti di un percorso strategico solido, tracciato nella direzione della continua innovazione delle nostre soluzioni, nel solco della digitalizzazione e dello sviluppo sostenibile»
Il cda proporrà all’assemblea un piano di acquisto di azioni proprie fino a un massimo di 8 milioni per un importo massimo in acquisto di 144 milioni , «che trova adeguata capienza nelle riserve nette disponibili di bilancio». Il cda ha poi preso atto delle dimissioni di Laura Cioli, in consiglio dal 2017. Cooptata Manuela Soffientini presidente di Electrolux Italia.
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