Economia / Bergamo Città
Giovedì 24 Agosto 2017
Borsa, Ubi è al top: +63% nel 2017
Ha fatto meglio solo il titolo Ferrari
La riscossa delle banche in borsa vede l’istituto di credito bergamasco-bresciano seconda come crescita del valore del titolo in borsa nei primi 8 mesi dell’anno prima di Moncler e solo dopo Ferrari.
Nella lista dei tre migliori titoli in Borsa del 2017 potrebbe non esserci il consueto colosso industriale ma, a sorpresa, una banca. A oggi, è proprio Ubi banca uno dei ’top player’ a Piazza Affari da gennaio, in un anno che potrebbe essere ricordato come quello della riscossa per il settore finanziario, dopo almeno dieci anni da incubo. «E’ possibile che ci sia una leggera correzione da qui a fine anno ma le prospettive delle banche italiane sono buone”, dice Giuseppe Sersale di Anthilia Capital Partners sgr, conversando con l’Adnkronos. Nel novero dei maggiori rialzi, finora, la banca guidata da Victor Massiah è al secondo posto, sul podio, tra Ferrari e Moncler, due giganti del Made in Italy nel mondo. In otto mesi, Ubi ha quasi raddoppiato la sua capitalizzazione di Borsa: il titolo è cresciuto del 63 per cento e le sue azioni sono passate da un valore di 2,9 mld di euro a 4,7 mld. Rispetto a un anno fa, le quotazioni sono cresciute dell’80 per cento, seconde solo - di nuovo - a Ferrari e Prysmian.
Un caso più unico che raro, tra l’altro, nel panorama delle società che annunciano e portano a termine un aumento di capitale, come è stato per quello da 400 milioni di euro chiuso dall’istituto a giugno e legato all’acquisizione delle tre banche ponte, Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti. Passate indenni dalla breve volatilità sul listino di Milano legata alla messa in sicurezza di Bpvi e Veneto banca, sono anche le altre banche del Ftse Mib, che in otto mesi hanno portato l’indice settoriale Ftse Italia Banche a un balzo del 60%. Ad esempio, Unicredit. Chiuso l’aumento da 13 miliardi a febbraio, il suo titolo è cresciuto del 40%. Dall’arrivo dell’ad Jean Pierre Mustier è salito dell’80%. E’ andata bene anche a Intesa SanPaolo: le azioni in Borsa non hanno mai smesso di crescere da fine febbraio, salendo in sei mesi del 35%. Banco Bpm, nello stesso periodo, è salita del 40%.
«A livello aggregato - sottolinea Sersale - la crescita è stata del 20 per cento: è difficile fare previsioni su come andrà il quarto trimestre in Borsa, ma si può immaginare che manterranno questo rialzo a fine anno, sempre che la ripresa dell’economia italiana si consolidi. Le maggiori banche - dice - sono state ricapitalizzate e le più deboli messe in sicurezza; i nuovi non performing loan stanno diminuendo, così come gli accantonamenti, e quindi gli utili possono aumentare». Considerato tutto questo, è «molto probabile un repricing generale del comparto», da tempo trattato a sconto e sottovalutato a livello internazionale. Un report di Goldman Sachs di questi giorni ha suggellato il diverso atteggiamento degli investitori sul mondo bancario italiano. «Il secondo trimestre 2017 - ha sottolineato il report - è stato una pietra miliare in termini di risanamento del mercato per le banche italiane: il 10% di rote registrato deriva dai grandi guadagni realizzati dalle banche più forti nelle acquisizioni di istituti in difficoltà”. La banca d’affari fa notare che con il 2017, “Intesa SanPaolo, Ubi banca e Bper hanno consolidato circa il 3% della loro quota di mercato, realizzando così circa 4 miliardi di euro di plusvalenze».
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