Bonus 110%, niente proroghe. «Tanti gli esclusi, ora più costi»

La scadenza. Sarebbero alcune centinaia i condomini che non sono riusciti ad accedere al contributo. Resta quello al 90%, ma il rischio è che si rinunci.

Il tempo è scaduto e le proroghe chieste a più voci per posticipare la fine del superbonus al 110% non si sono viste. Risultato: chi non è riuscito a presentare l’ormai famigerata Cilas (la comunicazione d’inizio lavori) rischia ora di restare a bocca asciutta. Difficile sapere quanti sono i condomini che non ce l’hanno fatta; secondo le prime stime potrebbero essere addirittura qualche centinaio in tutta la provincia di Bergamo. Le strade che si aprono adesso sono sostanzialmente due: o si va avanti con la procedura, sapendo che l’aliquota è scesa al 90%, o si ridiscute tutto in assemblea, con il rischio che in tanti, vedendo lievitare i costi, possano decidere di lasciar perdere.

Le strade che si aprono adesso sono due: o si va avanti con la procedura, sapendo che l’aliquota è scesa al 90%, o si decide di lasciar perdere

L’accelerazione del Governo, attraverso il decreto Aiuti quater del 18 novembre scorso, ha chiuso di fatto alla possibilità per tanti condomini di finalizzare le procedure. A rimanere a bocca asciutta, secondo gli amministratori dell’Anaci, sono perlopiù gli stabili di media grandezza, quelli che in questi mesi hanno fatto più fatica a trovare imprese disponibili ad eseguire i lavori. Il problema, per chi intende comunque ristrutturare il proprio condominio, rimane: la questione riguarda da un lato i prezzi delle materie prime, ancora alle stelle, dall’altro la difficoltà per le imprese di accedere alla cessione del credito, altro nodo irrisolto di un momento di crisi che continua a mordere in particolare sulla liquidità.

Se non altro le scadenze (salvo ulteriori modifiche) ora appaiono più chiare: nel 2023 l’aliquota resterà al 90%, per scendere poi al 70% nel 2024 e al 65% l’anno successivo. «L’auspicio è che, dopo la corsa al deposito delle documentazioni della settimana scorsa, ci sia davvero un periodo di calma – si augura Sara De Palma, segretario provinciale di Anaci, l’associazione degli amministratori condominiali e immobiliari che nella Bergamasca gestiscono circa 12mila condomini –. Speriamo innanzitutto che il mercato riprenda con le nuove regole e che le imprese riescano ad accedere con più facilità alla cessione del credito». Quelle grandi hanno optato per i lavori più remunerativi, le piccole non sono state in grado di reggere il passo, e a rimetterci sono stati i condomini di dimensioni più ridotte. «Ora lavoriamo sul bonus al 90% - aggiunge De Palma –, vedremo quali opportunità si apriranno, nella speranza che il mercato dei prezzi torni a scendere e che inizino a sbloccarsi le cessioni del credito».

Se non altro le scadenze (salvo ulteriori modifiche) ora appaiono più chiare: nel 2023 l’aliquota resterà al 90%, per scendere poi al 70% nel 2024 e al 65% l’anno successivo

La scelta del Governo di chiudere la parentesi del bonus al 110% raccoglie le critiche anche dei costruttori edili, che però non perdono le speranze: «Ci attendiamo che il Parlamento proroghi le scadenze, intervenendo in sede di conversione in legge del decreto, e auspichiamo di poter lavorare con il Governo a un’estensione del periodo transitorio per l’entrata delle nuove norme – è l’auspicio di Vanessa Pesenti, presidente Ance Bergamo e vicepresidente Ance nazionale con delega alle Politiche fiscali –. Abbiamo fatto il possibile, in questi ultimi due anni, per cogliere le nuove opportunità e rilanciare il settore e ci siamo tutti impegnati per individuare le soluzioni alle criticità, ma questi continui cambi in corsa stanno rendendo impossibile qualsiasi attività, non solo per le imprese, ma anche per le famiglie. Non possiamo che essere molto critici sul metodo: da tempo sosteniamo che i bonus edilizi devono diventare strutturali e, a questo proposito, ci siamo resi disponibili per discutere di tempi, obiettivi e strumenti».

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