Bollette telefoniche a 28 giorni
Adiconsum scrive al Governo

Richiesto un intervento legislativo a modifica dell’art. 70 del Codice delle Comunicazioni elettroniche.

Per dare voce alle numerose segnalazioni in merito alla fatturazione a 28 giorni delle bollette telefoniche, pervenute sia sulla pagina Facebook che tramite il call center dell’associazione, Adiconsum ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato, al Ministro dello Sviluppo Economico e al presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, per richiedere un intervento legislativo a modifica dell’art. 70 del Codice delle Comunicazioni elettroniche.

Questo articolo, infatti, permette alle aziende di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali di un contratto di telefonia in essere, avvisando i consumatori del cambio con un semplice sms, e concedendo loro di recedere dal contratto senza costi, se la disdetta viene fatta entro 30 giorni.

«È successo così che molti contratti con durata “per sempre” o “illimitata”, siano diventati “limitati” nel tempo e nella quantità – sottolinea Mina Busi, presidente bergamasca di Adiconsum. Inoltre, poiché ormai tutte le aziende telefoniche applicano la tariffazione a 28 giorni, la disdetta dal contratto, e quindi il cambio dell’operatore, non apporta alcuna tutela al consumatore».

«A Governo e Parlamento chiediamo di modificare l’art. 70, vietando alle aziende di modificare unilateralmente gli articoli contrattuali e le tariffe per tutta la durata del contratto e di introdurre, nel Codice del Consumo, l’obbligo del rispetto del calendario legale per la fatturazione delle aziende. L’approvazione di quest’ultimo punto è importante, perché la pratica della fatturazione a 28 giorni, rischia, purtroppo, di contagiare il mercato dei servizi in abbonamento. Sky docet».

In questi giorni è stata presentata una proposta di legge (Morani) che introduce l’obbligo di fatturazione su base mensile, rafforza i poteri di vigilanza delle Authority competenti, prevede un aumento delle sanzioni e limita la possibilità delle aziende di telefonia di modificare in modo unilaterale le condizioni contrattuali, salvo giustificato motivo obiettivo.

«Ogni giorno le società si inventano disposizioni nuove tutte a loro beneficio, mai una volta che prendano dei provvedimenti a favore dei clienti. Confidiamo che il parlamento prende in tempi ristretti la decisione che metta fine a questa diatriba – conclude Busi - che si trascina dalla primavera scorsa e che ha prodotto per i consumatori un aumento dell’8,6% sui costi della telefonia, quando l’indice Istat dei prezzi al consumo in Italia è aumentato soltanto dell’1,1% su base annua».

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