Blitz di Rizzi in Austria
E la Cimprogetti è salva

Un’operazione fulminea che ha permesso alla Cimprogetti da una parte di salvarsi dalla crisi di insolvenza della casa madre austriaca e dall’altra di tornare bergamasca al 100%, come era stata dalla fondazione nel 1967 al 1997.

Un vero e proprio blitz, attuato dal fondatore e presidente della società Pier Luigi Rizzi. Che è potuto avvenire grazie al fatto che, pur avendo ceduto le quote della società prima a Unicem, passata poi alla tedesca Rhi e infine agli austriaci di Fmw Industrieanlagenbau, Rizzi è rimasto in azienda con l’incarico di presidente. Un ruolo di garante, che proprio in queste settimane è diventato di capitale importanza per la prosecuzione dell’attività (progettazione di forni per la produzione di calce).

Ma cos’è successo, nel giro di soli due mesi, da rivoluzionare completamente la struttura societaria dell’azienda? Il 14 ottobre nella sede di Dalmine arriva dall’Austria come un fulmine a ciel sereno la notizia della messa in concordato fallimentare della casa madre, la Fmw, e che prendeva in mano la situazione il curatore fallimentare Stephan Riel. All’origine della crisi, alcune commesse estere, non più realizzate per decisione dei clienti o sbagliate, che hanno prodotto perdite per alcuni milioni di euro.

Avuta la notizia, Rizzi è partito immediatamente per Vienna, per comunicare al curatore Riel la sua disponibilità a rilevare la Cimprogetti. Avuto il suo placet, l’imprenditore è tornato a Bergamo e, con l’apporto finanziario di alcuni manager dell’azienda, ho costituito la newco Rizzi & Partners Srl, con 650 mila euro di capitale (che fra due mesi diventeranno 2 milioni, ndr) e che il 24 dicembre, tramite «fusione inversa», si fonderà nella Cimprogetti che da Spa diventerà Srl.

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