Economia / Bergamo Città
Martedì 31 Ottobre 2017
Bergamaschi sempre formichine
E chi non risparmia si sente meno in colpa
Una crescita non da capogiro - parliamo del 4,08% - ma pur sempre una crescita: i depositi di risparmio attivi nella nostra provincia presso Poste Italiane - e i suoi 243 uffici - ammontano a 306 mila (dato al 31 dicembre 2016), contro i 294 mila del 2013.
Numeri in aumento anche rispetto ai 238 mila circa del 2008. In Lombardia, invece, i libretti di risparmio attivi nei 1.880 uffici postali sono quasi 3 milioni. È il bilancio che traccia Poste Italiane in occasione della 93a edizione della Giornata mondiale del risparmio (in programma oggi), da sempre organizzata da Acri, l’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio. E anche Acri, ha presentato l’indagine «Gli italiani e il risparmio», che da 17 anni realizza insieme a Ipsos in occasione di questa giornata (il campione è composto da un migliaio di intervistati). Nel report si legge che «la situazione economica delle famiglie mostra un trend positivo, dopo l’interruzione dello scorso anno: quelle colpite direttamente dalla crisi sono meno di una su cinque (19% contro il 28% del 2016)». Emerge, però, un’Italia divisa: «Il miglioramento è concentrato soprattutto nel Nord-Ovest (oggi c’è il 69% di soddisfatti, 16 punti in più del 2016), mentre nel Nord-Est i soddisfatti sono il 64% (sei punti in più del 2016).
Il numero di italiani propensi al risparmio, si legge nel report, rimane estremamente elevato: sono l’86% (nel 2016 erano l’88%), ma cambia la composizione di questo dato. «Se nei primi tempi della crisi le persone che non vivevano tranquille senza mettere da parte dei risparmi continuava a crescere, da alcuni anni questa tendenza è in ridimensionamento: nel 2014, infatti, erano il 46%, nel 2015 il 42%, oggi sono il 37% come nel 2016». Prevalgono coloro che ritengono sia bene fare dei risparmi senza troppe rinunce: ora sono il 49% (meno due punti percentuali rispetto al 2016). «Al contempo cresce la percentuale di coloro che preferiscono godersi la vita senza pensare a risparmiare: sono il 12% (come nei livelli pre-crisi), in aumento rispetto al 2016 (11%) a al 2015 (9%)».
© RIPRODUZIONE RISERVATA