Beni strumentali e crediti d’imposta
Interpretare le norme è difficile

Pur in vigore già da oltre otto mesi, la normativa riguardante i crediti d’imposta per gli investimenti in beni strumentali di nuova fabbricazione continua a creare non poche difficoltà d’interpretazione per molte imprese.

Al punto da costringere l’Agenzia delle Entrate a emanare nei giorni scorsi una nuova circolare di 30 pagine per chiarire.

In sintesi, il credito d’imposta può essere utilizzato da imprese residenti, enti non commerciali, in relazione alle attività commerciali esercitate, e le stabili organizzazioni in Italia di soggetti non residenti, esclusivamente in compensazione di versamenti dovuti e per investimenti fatti in nuovi beni strumentali realizzati dal 25 giugno 2014 al 30 giugno 2015.

Per beni strumentali (nuovi) s’intendono tutti quelli contenuti nella divisione 28 «Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature Nca (non classificabili altrimenti ndr)» della tabella Ateco 2007. La tabella comprende oltre 40 codici di attività diverse , visionabili sul sito dell’Istat.

Il credito d’imposta è riconosciuto per investimenti d’importo unitario pari ad almeno 10 mila euro, e calcolato sul 15% della parte delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti realizzati nei 5 periodi d’imposta precedenti, con la possibilità di escludere dalla media il periodo in cui l’investimento è stato maggiore.

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