Il consiglio direttivo della Bce ha confermato oggi al 4% il tasso di riferimento dell’Eurozona. Restano invariati anche il tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento e quello sui depositi presso l’Istituto, rispettivamente al 5% e al 3%. La decisione è in linea con le attese del mercato. «Il tasso d’inflazione nei Paesi della moneta unica restera nettamente sopra il 2% nei prossimi mesi, per scendere in modo soltanto graduale nel corso del 2008»: lo ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, spiegando che il dato del 3,2% annuo rilevato in gennaio «conferma le forti pressioni al rialzo sui prezzi nel breve termine che derivano principalmente dagli aumenti delle materie prime, in particolare del greggio e dei prodotti alimentari negli ultimi mesi».
Sull’inflazione insomma «continuano a prevalere rischi al rialzo nel medio termine» e così per la Bce è essenziale evitare che queste pressioni vengano trasferiti sui salari e sui prezzi al consumo in modo generalizzato. Prevalgono i rischi di un peggioramento della congiuntura, soprattutto a causa della crisi sui mercati finanziari, sul cui esito non ci sono ancora certezze.
I riferimenti del presidente Trichet al rallentamento economico hanno indebolito l’euro. La divisa è scesa dopo l’inizio della conferenza di Jean-Claude Trichet fino a 1,4514 dollari (era 1,4571 prima dell’incontro), a 154,17 yen (154,47), 1,5961 franchi (1,5983) e 0,7477 sterline (0,7491). Intanto il dollaro, sfruttando la debolezza dell’euro, ha riguadagnato a 106,23 yen (105,98 prima delle parole di Trichet).
(07/02/2008)
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