Bar e ristoranti chiusi: alimentare ko
«La Bergamasca ha perso 20 milioni»

Coldiretti: causa pandemia, nel 2020 il settore ha subìto una crisi senza precedenti. In Italia la perdita di fatturato è di oltre 9,6 miliardi per i mancati acquisti in cibi e bevande.

Il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi ha un effetto negativo a valanga sull’agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre 9,6 miliardi per i mancati acquisti in cibi e bevande nel 2020, con ricadute pesantissime anche in Bergamasca. È quanto emerge dal bilancio Coldiretti sulle conseguenze delle nuove chiusure e delle limitazioni imposte alla ristorazione dalle misure anti contagio. I consumi fuori casa degli italiani per colazioni, pranzi e cene fuori casa sono crollati del 48% nel corso del 2020 con una drastica riduzione dell’attività che - sottolinea la Coldiretti - pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura fino ai prodotti lattiero caseari che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

Un quadro che, come detto, ricalca anche la situazione in provincia. «La chiusura del canale horeca – spiega il direttore di Coldiretti Bergamo Gianfranco Drigo – ha influito un po’ su tutti i settori dell’agricoltura provinciale. Sta soffrendo in modo particolare il comparto vitivinicolo, ma ci sono ripercussioni anche sul comparto ortofrutticolo, carne, salumi e formaggi. Si fa sentire anche il peso delle limitazioni a carico delle oltre 150 aziende agrituristiche con attività di ristorazione che si trovano in grande difficoltà per le misure di contenimento adottate e il crollo del turismo. Stimiamo che le perdite accumulate dal settore agricolo bergamasco nel corso del 2020 a causa della chiusura di bar e ristoranti ammontino a oltre 20 milioni di euro».

Il crollo delle vendite nella ristorazione - sottolinea Coldiretti - non è certamente compensato dal leggero aumento del 12% che si è verificato negli acquisti familiari di alimenti e bevande nel 2020.

«Presso i nostri mercati di Campagna Amica abbiamo rilevato una maggiore attenzione verso i prodotti locali – aggiunge Drigo -, i consumatori stanno comprendendo l’importanza che un’agricoltura vitale gioca per il territorio, orientandosi verso una spesa a km zero. Questo è certamente un trend positivo che ci auguriamo possa continuare a crescere, visto che purtroppo si prevede anche la cessazione di molti bar e ristoranti, causa effetti della pandemia».

Nell’attività di ristorazione - continua la Coldiretti - sono coinvolte circa 360mila tra bar, mense, ristoranti e agriturismi lungo la Penisola ma le difficoltà si trasferiscono a cascata sulle 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,8 milioni di posti di lavoro.

«La Lombardia – conclude Coldiretti Bergamo – con oltre 51mila ristoranti e bar è la regione italiana col maggior numero di locali per il consumo fuori casa. La provincia di Bergamo è al terzo posto con più di 5 mila esercizi, dietro a Milano con oltre 18mila e Brescia con circa 7mila. Seguono Varese con quasi 4mila locali, Monza e Brianza oltre 3 mila.

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