Artigiani, Bergamo perde il primato

Al secondo posto dietro Reggio Emilia per quota sul totale delle imprese: il saldo aumenta, ma di poco L’edilizia trascina la crescita delle aziende nel terzo trimestre in Italia. Stazionario il manifatturiero

Bergamo perde il primato di provincia a più alta concentrazione artigiana per cedere il posto a Reggio Emilia. Lo scarto è minimo: 37,3% contro 37,2% nel terzo trimestre 2004 sul totale delle imprese. Un anno fa il rapporto era capovolto: 37,8% contro 36,8%. Analizzato nel suo complesso, il dato rileva in provincia una minore vivacità del mondo artigianale, con 116 imprese in più, pari allo 0,35%, dato lontano dai ritmi di Reggio (4,3%) e inferiore anche alla media italiana di 0,55%, pari a quasi 8.000 aziende in più, nate per l’88% soprattutto in edilizia.

I dati su iscrizioni e cessazioni delle imprese artigiane in Italia elaborati sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta da InfoCamere, sono stati diffusi ieri da Unioncamere. L’aumento su base nazionale nel periodo luglio-settembre è stato di quasi 8.000 aziende. Le iscrizioni nel trimestre sono state infatti 27.336 e le cessazioni 19.411, per un saldo di 7.925, pari allo 0,55%, di poco inferiore al tasso di crescita di tutte le imprese, industriali comprese, che nel terzo trimestre è stato dello 0,57% (0,31% in provincia).

L’edilizia è il settore trainante: ogni 10 nuove aziende, nove sono nelle costruzioni. Il settore ha fatto segnare, infatti, un ritmo di crescita dell’1,38%, che spiega l’aumento di quasi ottomila imprese per l’88%, con 6.992 unità in più, per lo più ditte individuali. Depurato dei dati riferiti al mattone, l’incremento nazionale si fermerebbe a sole 933 imprese, praticamente stazionario rispetto all’anno scorso (+0,03%).

(29/10/2004)

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