Economia / Bergamo Città
Mercoledì 06 Febbraio 2008
Apprendisti artigiani: Bergamo allarga la sua rete in Europa
Nuove richieste all’Associazione per stage internazionali. Carrara: una ricchezza culturale per le nostre aziende
«Adesso c’è la necessità di aprirsi a tutta la Francia». E anche ad altri Paesi. Il presidente dell’Associazione artigiani di Bergamo Angelo Carrara è reduce da un doppio viaggio oltre le Alpi. Prima a Lione, poco dopo a Parigi, unico italiano invitato a una tavola rotonda sulla mobilità degli apprendisti in Europa organizzata dall’Apcm, Assemblée Permanente des Chambres de Métiers, in pratica l’Unioncamere francese. In entrambe i casi si è parlato di mestieri, formazione professionale e rapporti internazionali nel mondo dell’artigianato e si sono gettate le basi per un ampliamento delle collaborazioni in corso.
L’Associazione provinciale da tempo è in pista su questo fronte. Dal 1992 partecipa alla realizzazione del programma europeo Leonardo Da Vinci per l’accoglienza di giovani apprendisti stranieri per stage di sei mesi, in sostanza l’equivalente dell’Erasmus universitario. Attualmente sono ospiti in provincia cinque ragazzi del Centro di formazione apprendisti (Cfa) di Charleville Méziérs, nella regione della Champagne Ardenne. E l’ambizione per il futuro sarebbe arrivare a 50 giovani all’anno, con un obiettivo: «Il vantaggio per noi è culturale - dice Carrara -. Questi ragazzi lasciano le loro competenze sul territorio e ci aiutano ad avere un approccio culturale diverso, un’apertura mentale maggiore: ci aiutano a vedere l’azienda che si muove in un contesto quantomeno europeo, dove si possono creare anche nuove opportunità di lavoro. E se riusciamo a far passare questa sensibilità a 50 imprese all’anno, diventa una ricchezza».
Nei viaggi a Lione e a Parigi qualche tassello per nuovi accordi ancora tutti da definire, in Francia ma anche in Germania, è stato messo. «Abbiamo avuto richieste dalla regione del Massif Central e da Lione - dice Carrara -. Anche il rappresentante dell’equivalente della nostra Camera di commercio di Lipsia ci ha detto che vuole far partire un progetto simile per i loro apprendisti. Il bacino di riferimento, quindi, si sta ampliando e questo porterà a stringere nuovi accordi».
La presenza di Bergamo in questi progetti non è casuale. «Ci viene riconosciuto un livello di imprenditorialità e di capacità artigianale elevato», dice Carrara. Per questo c’è interesse a mandare gli apprendisti nelle aziende orobiche e a ospitare gli imprenditori bergamaschi per brevi percorsi di formazione, un campo, quest’ultimo, in cui dopo il recente viaggio si profilano nuovi sviluppi a Lione legati all’edilizia.
E non è casuale nemmeno che i rapporti si siano consolidati soprattutto con la Francia: «Stanno puntando molto sulle piccole imprese e sull’artigianato per recuperare competitività - spiega Carrara - e per fare che questo non sia solo un vuoto proclama da anni hanno strutturato un percorso di formazione con scuole professionali che coprono tutto il territorio e funzionano bene. Inoltre, si appoggiano molto al progetto Leonardo perché credono fortemente in questa modalità formativa».
In pratica si incontrano da una parte «l’eccellenza e la tradizione» bergamasche e dall’altra la capacità francese di aver fatto diventare «sistema» un certo modello di formazione professionale. Il risultato di questa alleanza è che «l’Italia è il terzo Paese ospitante per numero di ragazzi accolti, dopo Germania e Regno Unito. E dire Italia significa in sostanza Bergamo. C’è una collaborazione con il Centro europeo d’innovazione di Trento e la Confartigianato di Ancona, però il coordinamento e il grosso dell’attività passano da qui».
Negli ultimi tre anni si è rafforzata in particolare la partnership con il Cfa di Charleville Méziéres, in due settori: i servizi alla persona, in particolare pasticcieri, estetiste e acconciatori, e le costruzioni, con le attività legate al legno e all’edilizia. In tre tappe sono stati ospitati 18 giovani, compresi i cinque tuttora a Bergamo. A volte capita che qualcuno decida di rimanere uno o due anni anche dopo lo stage di sei mesi. E c’è pure chi ha avviato un’attività tutta sua. È il caso di Steve Médé, 21 anni, tinteggiatore, intervenuto al convegno di Parigi. «È arrivato nell’autunno del 2005 e ha fatto lo stage nella mia azienda - dice Carrara -, poi è rimasto come dipendente, fino all’inizio dell’anno scorso, quando ha aperto la sua impresa».
L’ospitalità offerta agli apprendisti si traduce poi in un confronto continuo che giusto questo fine settimana si tradurrà ad esempio nella visita di tre rappresentanti del Cfa di Charleville e di Reims: «Verranno a Bergamo per incontrare i ragazzi che stiamo ospitando - conclude Carrara - e per vedere la fiera dell’edilizia e dell’architettura Made Expo in corso a Milano».
(06/02/2008)
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