Al Linificio part-time anche di notte

Al Linificio part-time anche di notteL’azienda: rispondiamo a bisogni reali e il rendimento delle operaie aumenta

Al Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d’Almè (gruppo Marzotto) il part-time fa bene a tutti. Alle dipendenti, innanzitutto, che ne hanno bisogno per conciliare casa e lavoro senza fare i tripli salti mortali. E fa bene all’azienda, che non deve più fare i conti con l’assenteismo e, oltre a non perdere il suo staff di operaie esperte, guadagna in rendimento e concentrazione del personale. Ad oggi, su un totale di 280 dipendenti, le lavoratrici in servizio a orario ridotto sono 36, un numero che potrebbe anche crescere.

Di recente, infatti, l’estensione del part-time, con la disponibilità dell’azienda ad accogliere ulteriori richieste, è stata codificata in un accordo raggiunto con il sindacato. L’intesa ha introdotto anche un’altra novità: il part-time di notte. A questo proposito il responsabile delle risorse umane Roberto Frattini parla di «apertura timida». Si tratta di verificare sul campo come la flessibilità sul turno che va dalle 22 alle 6 si può conciliare con le esigenze di organizzazione del lavoro. E se l’esito sarà positivo, sarà un ulteriore passo avanti in un processo di graduale apertura iniziato circa sei anni fa.

«La rigidità rispetto al part-time era un fatto storico, tipico della cultura imprenditoriale di quindici-venti anni fa e noi non facevamo eccezione», ricorda Frattini. L’orario ridotto era visto come un problema piuttosto che una risorsa: il problema di gestire due persone anziché una. Ma mentre altrove questo atteggiamento rimane, al Linificio la cultura è cambiata. Frattini spiega come: «Abbiamo maturato un’esperienza sui fatti. Il nostro personale è in gran parte femminile e abbiamo constatato sul campo quanto le donne sono impegnate su diversi fronti: quando vengono a filare il lino, si portano dietro tutti i problemi legati ai figli, alla casa, alla famiglia. Abbiamo avuto dei problemi, ci sono stati anni martoriati dall’assenteismo. Allora abbiamo deciso di avere un approccio diverso alla questione e di dare risposte positive ai bisogni reali delle donne, senza penalizzare l’organizzazione del lavoro. Così abbiamo cominciato ad aprire timidamente al part-time. Oggi i numeri sono più consistenti e abbiamo verificato che chi usufruisce del part-time dà anche una prestazione più disciplinata, intendo dire che non c’è più assenteismo e la concentrazione sul posto di lavoro è cresciuta».

Il recente accordo ha dunque recepito una realtà cresciuta piano piano. Il giudizio del sindacato non può che essere positivo e diventa un appello alle altre aziende ad avvicinarsi al part-time con più fiducia. Lo riferisce Rita Brembilla, segretario provinciale della Femca-Cisl: «È positivo che le aziende ragionino sulla flessibilità non solo pensando alle esigenze produttive, ma anche alle esigenze delle persone. Spesso si incontra una sorta di diffidenza verso il part-time. In realtà si tratta solo di cominciare a sperimentarlo e poi le aziende stesse verificano che può essere fonte di vantaggi per tutti».

Le formule applicate al Linificio di Villa d’Almè sono diverse. C’è il part-time verticale che consente di lavorare per tre giorni alla settimana per otto ore. Con il part-time orizzontale si lavora quattro ore al giorno per sei o cinque giorni. Il turno fisso di notte dalle 22 alle 6, chiesto dalle lavoratrici su base volontaria, si può svolgere a part-time con un orario settimanale di venti ore che prevede una turnazione di due giorni lavorativi più tre di riposo la prima settimana e tre giorni lavorativi più due di riposo la settimana successiva. In cambio all’estensione del part-time, i dipendenti hanno dato la loro disponibilità a sostenere al massimo 48 ore di lavoro supplementare ogni anno. L’accordo è maturato nel quadro di un confronto più ampio sulla modifica dell’orario di lavoro: si è passati infatti dai quattro turni giornalieri di sei ore a tre di otto ore.

(25/02/2004)

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