Manca una firma per liquidare i 5,98 milioni di aiuti a favore del tessile bergamasco: secondo i sindacati, quella del ministero dell’Economia. La voce e la preoccupazione per le centinaia di lavoratori in attesa sono circolate nel fine settimana e ieri Cgil Cisl e Uil hanno preso carta e penna per inviare una nota di sollecito all’onorevole Giacomo Stucchi, alla Provincia e all’Agenzia regionale del lavoro. Stucchi da parte sua rassicura: tempo una settimana, massimo dieci giorni sarà tutto risolto. La questione, spiega, è che dagli uffici del ministro Domenico Siniscalco, dove si trovava da metà dicembre, il decreto è stato rispedito al Welfare per un vizio di forma. Quindi il ministro Roberto Maroni lo deve firmare di nuovo, si parla di oggi, e inviarlo all’Economia. Il deputato bergamasco della Lega riafferma: «Mi hanno assicurato che non c’è alcun problema di sostanza». Massimo Giupponi, direttore dell’Agenzia regionale del lavoro, ribadisce: «Le nostre verifiche confermano che l’iter si sta perfezionando e sarà concluso nei prossimi giorni». Il sindacato calcola che sono 500 i lavoratori in attesa del sussidio di cassa integrazione straordinaria in una cinquantina di aziende. «Il problema è che in questo caso non è previsto l’anticipo da parte delle aziende e quindi chi è in cassa, anche da agosto, non percepisce nulla», spiega Ferdinando Piccinini, segretario della Cisl di Bergamo. Al sindacato risulta che il decreto attuativo è stato firmato dal ministro del Welfare Roberto Maroni il 17 dicembre scorso e da quella data era al ministero dell’Economia per la firma. «I normali tempi tecnici (alcuni giorni) sono stati abbondantemente superati», sottolineano Cgil Cisl e Uil nella nota chiedendo di intervenire.
Il parlamentare della Lega Nord Stucchi ha sondato il terreno. «Il decreto - riferisce - è stato reinviato dal ministero dell’Economia a quello del Welfare per un vizio di forma: si tratta di un’errata formulazione nel testo. Domani mattina (oggi per chi legge, ndr), il ministro Maroni lo rifirma. Poi il decreto va di nuovo all’Economia e nel giro di una settimana sarà firmato, massimo dieci giorni. I controlli sono già stati fatti e mi hanno garantito che non ci sono problemi sostanziali».
La vicenda degli aiuti al tessile si era sbloccata dopo mesi di attesa in autunno. Era infatti il 29 settembre quando il governo approvò il decreto Maroni che ha messo a disposizione, fra gli interventi urgenti per il lavoro, 50 milioni di euro per coprire gli aiuti promessi alle imprese tessili di Bergamo, dell’Emilia Romagna, dell’Umbria e della Puglia in base agli accordi sottoscritti da province e regioni con il ministero del Welfare: l’intesa firmata per Bergamo risale al 28 giugno scorso. Alla provincia sono destinati 5,98 milioni, da ripartire fra artigiani e imprese con meno di 15 dipendenti, destinatari principali del provvedimento, e le industrie più grandi che presentano domanda per periodi di cassa integrazione straordinaria in deroga alle norme consuete, che escluderebbero dagli ammortizzatori sociali artigiani e piccole imprese e limiterebbero le grandi a usufruire di un anno. I sostegni si possono utilizzare fino al 30 aprile prossimo.
Da fine settembre ad oggi sono state ratificate le richieste avanzate da 35 aziende per un totale di 377 lavoratori da collocare in cassa integrazione. Di questi, 154 sono occupati in tre industrie con più di 15 addetti: Trs Evolution di Almè, Beltrami Towelling di Cene e Filtecher di Palosco. La commissione per l’esame delle pratiche di cassa straordinaria si riunirà di nuovo il 28 gennaio e sono già all’ordine del giorno una decina di altre domande. Le voci di qualche difficoltà nell’erogazione degli aiuti erano circolate già venerdì, in occasione della manifestazione dei lavoratori del tessile a Milano. Una delegazione sindacale era stata ricevuta dal governatore Roberto Formigoni e si era discusso, fra l’altro, delle risorse in attesa del decreto per essere svincolate, oltre che della convocazione del tavolo regionale per il tessile che si riunirà il 2 febbraio e valuterà l’ipotesi di estendere a tutta la Lombardia il modello dell’accordo firmato per la provincia di Bergamo. A Formigoni è stato posto anche il problema di come affrontare le difficoltà del tessile dopo aprile, termine degli aiuti straordinari concessi dal governo. (25/01/2005)
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