Economia / Valle Brembana
Domenica 06 Aprile 2014
A Curno le cinture griffate
Angeloni riparte con i suoi brand
Specializzarsi per essere sempre più competitivi, in un mondo spietato dove la tendenza è fuggire dall’Italia per ridurre i costi e galleggiare in un mercato parcellizzato. Guido Angeloni ha scelto di restare in Italia. Lavorando per parecchie griffe.
Specializzarsi per essere sempre più competitivi, in un mondo spietato dove la tendenza è fuggire dall’Italia per ridurre i costi e galleggiare in un mercato parcellizzato. Guido Angeloni ha scelto di restare in Italia, fedele alle sue cinture, e al made in Italy. «Non è che non ci sia costato fatica, ma i sacrifici iniziali ora sono ripagati da chi sceglie il prodotto di qualità e realmente italiano» commenta il figlio Federico, che si occupa dell’azienda insieme al padre Guido. A Curno, in via Fermi 52, La I.s.g. (che sta per Italian stylistic group) fa cinture dal 1986.
Da rappresentante nel mondo della pelletteria, Guido, originario di San Giovanni Bianco, si è messo in proprio, consigliato dalla moglie Monica Longhi. In casa la realizzazione dei primi progetti, l’azienda è cresciuta anno dopo anno arrivando al boom intorno al 2007, con una quarantina di dipendenti. «Ora siamo una ventina, ma il calo è fisiologico data la fase economica – continua Federico Angeloni -, ma crediamo che il lavoro artigianale e l’attenzione ai dettagli stiano portando i giusti frutti dopo la fatica degli ultimi anni».
L’azienda produce tutto internamente, con materiale esclusivamente italiano: dalla pelle, toscana, alle borchie e piccola metalleria che Angeloni usa per le cinture: «Lo stesso filo è tessuto in Italia, privilegiando collaborazioni con realtà bergamasche» continua il giovane imprenditore, solo 27 anni e una grinta incredibile, tutti i giorni in laboratorio a vagliare prototipi: «Due volte l’anno presentiamo la nostra collezione moda, mirata per la produzione conto terzi – spiega -. Lavoriamo anche su modelli che arrivano dagli stessi committenti, così come partiamo da nostri prodotti base che andiamo a personalizzare a seconda delle richieste dei grandi marchi che si riforniscono da noi».
Con uno spirito flessibile e un lavoro che continua ad evolversi: «Per rispondere alle esigenze del mercato, offrendo prodotti unici» spiega ancora Angeloni che di brand di cui occuparsi ne ha parecchi: «Giochiamo in casa con aziende della Bergamasca, ma soprattutto ci occupiamo di grandi griffe tra cui Trussardi, Hugo Boss, Max Mara, Moschino e Just Cavalli». Ma non solo e, tra il più grandi committenti per Angeloni, c’è un marchio del gruppo spagnolo Indetex, di cui fa parte Zara: «Si tratta di Massimo Dutti: per il brand spagnolo produciamo 20 mila pezzi a stagione, una commessa decisamente strategica».
Ma la I.s.g. si considera un’azienda flessibile: «Ci capita di fare anche solo 300 pezzi per una piccola realtà locale, la nostra produzione è continua, il lavoro si diversifica a seconda delle richieste del mercato». Che in questo periodo è principalmente straniero: «L’80% del nostro fatturato, nel 2013 chiuso a 4 milioni, è realizzato fuori dall’Italia, in Europa, Francia, Spagna e Germania in primis, ma anche Usa e Russia». Con una consapevolezza: «Spingere sul nostro ufficio stile, rendere il prodotto sempre più di moda – spiega Angeloni -. Per questo continuiamo a produrre campioni, quotidianamente, e non solo per i nostri clienti». Dopo tre anni di pausa, Angeloni riparte infatti con la produzione dei suoi due marchi, nati negli anni Novanta: «Il brand “Guido Angeloni”, con un prodotto elegante e di alto livello, e “Devil’s Skin, marchio più rock, tra borchie, catene e pelli trattate, con anche una linea “Limited edition” dai materiali più sfarzosi».
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