
(Foto di Maria Zanchi)
Specializzarsi per essere sempre più competitivi, in un mondo spietato dove la tendenza è fuggire dall’Italia per ridurre i costi e galleggiare in un mercato parcellizzato. Guido Angeloni ha scelto di restare in Italia. Lavorando per parecchie griffe.
Curno
Specializzarsi per essere sempre più competitivi, in un mondo spietato dove la tendenza è fuggire dall’Italia per ridurre i costi e galleggiare in un mercato parcellizzato. Guido Angeloni ha scelto di restare in Italia, fedele alle sue cinture, e al made in Italy. «Non è che non ci sia costato fatica, ma i sacrifici iniziali ora sono ripagati da chi sceglie il prodotto di qualità e realmente italiano» commenta il figlio Federico, che si occupa dell’azienda insieme al padre Guido. A Curno, in via Fermi 52, La I.s.g. (che sta per Italian stylistic group) fa cinture dal 1986.
Da rappresentante nel mondo della pelletteria, Guido, originario di San Giovanni Bianco, si è messo in proprio, consigliato dalla moglie Monica Longhi. In casa la realizzazione dei primi progetti, l’azienda è cresciuta anno dopo anno arrivando al boom intorno al 2007, con una quarantina di dipendenti. «Ora siamo una ventina, ma il calo è fisiologico data la fase economica – continua Federico Angeloni -, ma crediamo che il lavoro artigianale e l’attenzione ai dettagli stiano portando i giusti frutti dopo la fatica degli ultimi anni».
L’azienda produce tutto internamente, con materiale esclusivamente italiano: dalla pelle, toscana, alle borchie e piccola metalleria che Angeloni usa per le cinture: «Lo stesso filo è tessuto in Italia, privilegiando collaborazioni con realtà bergamasche» continua il giovane imprenditore, solo 27 anni e una grinta incredibile, tutti i giorni in laboratorio a vagliare prototipi: «Due volte l’anno presentiamo la nostra collezione moda, mirata per la produzione conto terzi – spiega -. Lavoriamo anche su modelli che arrivano dagli stessi committenti, così come partiamo da nostri prodotti base che andiamo a personalizzare a seconda delle richieste dei grandi marchi che si riforniscono da noi».
Con uno spirito flessibile e un lavoro che continua ad evolversi: «Per rispondere alle esigenze del mercato, offrendo prodotti unici» spiega ancora Angeloni che di brand di cui occuparsi ne ha parecchi: «Giochiamo in casa con aziende della Bergamasca, ma soprattutto ci occupiamo di grandi griffe tra cui Trussardi, Hugo Boss, Max Mara, Moschino e Just Cavalli». Ma non solo e, tra il più grandi committenti per Angeloni, c’è un marchio del gruppo spagnolo Indetex, di cui fa parte Zara: «Si tratta di Massimo Dutti: per il brand spagnolo produciamo 20 mila pezzi a stagione, una commessa decisamente strategica».
Ma la I.s.g. si considera un’azienda flessibile: «Ci capita di fare anche solo 300 pezzi per una piccola realtà locale, la nostra produzione è continua, il lavoro si diversifica a seconda delle richieste del mercato». Che in questo periodo è principalmente straniero: «L’80% del nostro fatturato, nel 2013 chiuso a 4 milioni, è realizzato fuori dall’Italia, in Europa, Francia, Spagna e Germania in primis, ma anche Usa e Russia». Con una consapevolezza: «Spingere sul nostro ufficio stile, rendere il prodotto sempre più di moda – spiega Angeloni -. Per questo continuiamo a produrre campioni, quotidianamente, e non solo per i nostri clienti». Dopo tre anni di pausa, Angeloni riparte infatti con la produzione dei suoi due marchi, nati negli anni Novanta: «Il brand “Guido Angeloni”, con un prodotto elegante e di alto livello, e “Devil’s Skin, marchio più rock, tra borchie, catene e pelli trattate, con anche una linea “Limited edition” dai materiali più sfarzosi».
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