A Bergamo 36.900 in cerca di lavoro
«Cisl, 7 punti per nuova occupazione»

«A fianco di questa situazione preoccupante, nel nostro territorio il 13,9% dei profili professionali richiesti dalle imprese, sono sempre più difficili da reperire» rileva il sindacato. «Bisogna rendere più stringente l’incontro tra domanda e offerta».

Gli ultimi 8 anni di crisi, in provincia, hanno dimezzata l’occupazione nell’edilizia; la disoccupazione è passata dal 2,2% del 2008 al 7,8% di fine 2013; fra i giovani di 15 – 24 anni il 29,4% non trova lavoro, mentre sono almeno 25mila i cosiddetti Neet, ossia persone che non risultano al lavoro o in formazione.

E nel calcolo non rientrano le migliaia di uomini e donne in cassa integrazione (circa 10 mila), alcuni purtroppo destinati ad incrementare la lista dei disoccupati a seguito di crisi irreversibili delle imprese o al venir meno, a causa delle riforme degli ammortizzatori sociali di adeguate tutele. Lo rileva la Cisl.

«A Bergamo nel 2013 avevamo, secondo i dati forniti dall’Istat, 36.900 persone in cerca di occupazione. A fianco di questa situazione preoccupante, nel nostro territorio, come indicato dal sistema informativo Excelsior di Unioncamere, il 13,9% dei profili professionali (tecnici in particolare) richiesti dalle imprese, sono sempre più difficili da reperire».

Da questa situazione parte la proposta («purtroppo l’ennesima») della segreteria della Cisl di Bergamo per costruire sistemi e relazioni utili a creare modalità efficienti per la riqualificazione e il reinserimento lavorativo. «L’ economia in contrazione non basta a spiegare un numero così elevato di senza lavoro – dice Giacomo Meloni, segretario territoriale Cisl .

In Italia, come nella nostra provincia, coesistono due fenomeni all’apparenza opposti: alti livelli di disoccupazione (soprattutto giovanile) da un lato, e difficoltà delle imprese a trovare competenze e conoscenze adatte, dall’altro. In altre parole la crescita economica è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per migliorare l’occupazione.

«È da questo fronte – prosegue Meloni - che è necessario partire per rendere più stringente l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, anche attraverso una formazione mirata alle necessità delle imprese che intendono assumere o riqualificare il proprio personale in base ai processi innovativi».

La proposta cislina si articola in 7 punti, a partire da un «maggior intreccio e coordinamento fra le agenzie formative, i servizi al lavoro e i profili professionali richiesti dal mercato del lavoro» realizzato da un

«osservatorio territoriale finanziato in partnership con risorse pubbliche e private, che abbia il compito di monitorare e ricercare, fra le imprese di tutti i settori merceologici in particolare quelli previsti in sviluppo». Per il monitoraggio e i progressi del lavoro, servirà l’istituzione di «una cabina di regia presso l’osservatorio che veda la presenza delle Istituzioni, delle Agenzie deputate, dell’Università e dei diversi soggetti sociali del territorio con il compito di verifica periodica». Inoltre, la proposta CISL parla di «sostenere i percorsi di ricollocazione presso le imprese con un sistema di incentivi; definire e programmare percorsi di riqualificazione e di reinserimento».

«I termini di politica attiva del lavoro – spiega Meloni - dovranno contenere vincoli forti tra la concessione e il mantenimento del sostegno al reddito tramite gli ammortizzatori sociali e l’impegno al percorso di formazione, riqualificazione e ricollocazione. Il sistema dei servizi al lavoro e le agenzie formative, tramite le indicazioni della cabina di regia presso l’osservatorio, dovranno attivare azioni di marketing e di progetto presso le imprese per la realizzazione dell’incontro tra domanda e offerta e di inserimento/reinserimento lavorativo dandone report di risultato. La cabina di regia, infine, si farà carico di trasmettere i dati delle rilevazioni dei fabbisogni professionali del territorio al sistema scolastico e universitario al fine di consentire una coerente programmazione dei percorsi di istruzione».

«La nostra proposta – conclude Meloni - vuole essere anche un contributo che indirizziamo alla futura amministrazione provinciale, che andrà al rinnovo il prossimo 28 Settembre e che manterrà come pare sia intenzione di Regione Lombardia, la delega al lavoro e formazione, rilanciando così con rinnovata fiducia ed energia il tema delle politiche attive del lavoro a Bergamo».

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