Economia
Giovedì 29 Ottobre 2009
Agricoltura bergamasca in crisi
In dieci anni chiuse 700 aziende
«Sono circa 700 le aziende agricole bergamasche che negli ultimi 10 anni hanno chiuso i battenti: se vogliamo interrompere questo trend negativo è indispensabile prendere provvedimenti importanti per ridare ossigeno al settore e far decollare tutte quelle esperienze capaci di traghettarlo oltre la crisi e delineare nuove prospettive di sviluppo».
A richiamare l’attenzione sulla precaria situazione dell’agricoltura provinciale è il presidente della Coldiretti di Bergamo Giancarlo Colombi. «Oggi le aziende agricole iscritte all’INPS sono circa 3.300, nel 1999 erano circa 4.000. E’ questo il primo dato drammatico evidenziato dalla nota congiunturale che sta elaborando il nostro Ufficio Economico – spiega Colombi -; a soffrire in modo particolare sono soprattutto le aziende che operano nei comparti tradizionali della produzione di latte e carne, ma ultimamente sono in affanno anche le aziende orticole e floricole».
Secondo la Coldiretti ormai tutte le aziende agricole si stanno confrontando con un peggioramento del proprio reddito, ma la crisi sembra picchiare duro soprattutto sulle aziende agricole di medie e grandi dimensioni che producono merci indifferenziate. «La crisi – sottolinea Colombi - amplifica le distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola e le imprese agricole accusano una pesante perdita di reddito nonostante una sostanziale tenuta dei consumi alimentari. Per il comparto latte rimane ancora irrisolto il problema del prezzo corrisposto ai produttori, che non è più sufficiente neppure per coprire i costi».
Per la Coldiretti a peggiorare la situazione sono le caratteristiche strutturali della filiera agricola e del potere di mercato degli intermediari commerciali, che determinano una trasmissione asimmetrica delle variazioni dei prezzi, sia a valle che a monte dell'azienda agricola. In pratica, ciò determina un peggioramento notevole dei redditi agricoli attesi per effetto di un peggioramento della ragione di scambio della fase di produzione agricola, di un aumento dei margini distributivi e di un'amplificazione delle fluttuazione dei prezzi all'azienda.
«Per rispondere a questa pesante situazione – afferma Colombi - la Coldiretti è impegnata nel progetto per la costruzione di una “filiera agricola tutta italiana” per combattere le distorsioni e le speculazione dal campo alla tavola con il coinvolgimento delle imprese agricole, dei mercati degli agricoltori, delle cooperative e dei Consorzi Agrari che hanno recentemente varato l'holding “Consorzi Agrari d'Italia”. L’agricoltura ha però bisogno dell’impegno responsabile di tutti, perchè se chiudono le imprese agricole crolla un intero sistema, con danni incalcolabili per l’economia e l’occupazione. Proprio nei giorni scorsi è stato reso noto che un’importante azienda bergamasca produttrice di macchine agricole ha annunciato molti esuberi, questo evidenzia come il destino di molti settori sia strettamente legato a quello dell’agricoltura».
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