Economia / Hinterland
Martedì 29 Settembre 2009
Misiani: «Confronto con il Governo»
Interrogazione parlamentare del Pd
«I mille e più esuberi annunciati dalla TenarisDalmine sono la drammatica conferma che la crisi economica non è affatto alle nostre spalle. Se l'uscita dalla recessione sarà debole e stentata come molti temono, ci attende una fase molto difficile sotto il profilo sociale che va gestita con grande responsabilità, evitando di replicare i casi di riduzione del personale al di là di quanto reso inevitabile dalla crisi o di delocalizzazioni all'estero non giustificabili con la recessione». E' quanto afferma in una nota il deputato Pd Antonio Misiani che con i parlamentari Giovanni Sanga, Enrico Farinone, Alessia Mosca e Silvia Velo ha presentato un'interrogazione parlamentare sulla vicenda.
«TenarisDalmine - prosegue la nota - deve rimanere una presenza forte nel panorama economico provinciale: per questo, è necessario un confronto approfondito tra le parti sociali e il governo sui contenuti del piano industriale (che prevede importanti investimenti, ed è un bene, ma si basa su uno scenario decisamente pessimista) e i suoi riflessi occupazionali, predisponendo tutti gli strumenti utili per garantire un futuro a centinaia di famiglie che rischiano di rimanere senza prospettive».
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
Anche il consigliere provinciale del Partito democratico, Matteo Rossi, ha diffuso un comuniato stampa in cui si legge che «L’annuncio delle scelte industriali e organizzative della Tenaris Dalmine e delle loro pesanti ricadute occupazionali sui siti produttivi di Dalmine e Costa Volpino sono una chiara e ulteriore conferma che la crisi economica non è per nulla alle nostre spalle e che sono ancora gravi le ricadute sociali che essa comporta. Preoccupa davvero che la Tenaris Dalmine, azienda simbolo dell’economia bergamasca, sino a un anno fa con buone prospettive di lavoro e sviluppo, ora ricorra al ridimensionamento dei posti di lavoro e probabilmente dei rami produttivi. L’auspicio è che si apra un confronto positivo con l’obiettivo della salvaguardia del maggior numero possibile di lavoratori e siano individuate soluzioni alternative al licenziamento. Per 836 famiglie bergamasche, infatti, il futuro è ancora più nero di quel che si poteva immaginare, e questa situazione, lungi dall’essere sottovalutata o affrontata con stupidi e immotivati ottimismi, richiede il massimo di impegno e concretezza da parte di tutte le Istituzioni del nostro territorio. Alla famiglie e ai lavoratori, ai quali va tutta la nostra solidarietà, vogliamo dire che non mancherà il nostro contributo. A questo proposito voglio ribadire le richieste avanzate durante l’ultimo Consiglio Provinciale al Presidente Pirovano: - Aumentare il contributo della Provincia al fondo di solidarietà per i lavoratori e le lavoratrici che non usufruiscono degli ammortizzatori sociali; - Operare per un contenimento delle tariffe dei servizi pubblici prevedendo una fascia di esenzione per le famiglie monoreddito, a basso reddito e nei confronti dei giovani disoccupati; - Favorire accordi con gli operatori commerciali a sostegno del potere d’acquisto per i generi di largo consumo; - Rilanciare la politica attiva del lavoro svolta dai Centri per l’impiego finalizzata a sostenere percorsi individuali e collettivi per il reinserimento nel mercato del lavoro di soggetti deboli quali le donne, i disoccupati over 40, i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione speciale».
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