I protesti aumentano. Gli indicatori del primo semestre scontano le conseguenze della crisi e a Bergamo sono in rialzo sia per numero sia per importo complessivo degli effetti non onorati. Con variazioni che sono al di sopra della media nazionale e regionale.
In Italia, in base all'analisi di Unioncamere, assegni, cambiali e tratte insoluti sono stati fra gennaio e giugno più di 733 mila, in aumento del 5,2%, e hanno superato per importo i 2,2 miliardi di euro, con un incremento del 12,7% rispetto allo stesso periodo del 2008. Il valore medio è stato di 3.031 euro: +7,1%.
In Lombardia le variazioni sono più contenute, anche se in valore assoluto l'importo medio degli effetti protestati è più alto: 3.448 euro, +2,6% sul primo semestre dell'anno scorso. Con effetti complessivi per oltre 422 milioni di euro (+6,6%), la Lombardia rappresenta in valore quasi un quinto dei protesti nazionali (19%) e guida la classifica delle regioni anche per numero: oltre 122 mila fra assegni, cambiali e tratte, con un aumento del 3,9%.
Bergamo registra un lieve calo del valore medio degli effetti protestati: -0,9% a 3.345 euro. Ma per il resto si trova a fare i conti con incrementi a doppia cifra: crescono del 29,2% l'importo complessivo a oltre 33,77 milioni e del 30,4% il numero di assegni, cambiali e tratte non saldati a 10.096. La Bergamasca si trova così al dodicesimo posto fra le province italiane.
Nella graduatoria annuale di fine 2008, quando già i dati risultavano in aumento e si erano chiusi con 16.063 effetti protestati per oltre 55,5 milioni, era al tredicesimo. Fra i territori lombardi, Bergamo è terza dopo Milano, seconda dopo Roma nella classifica generale, e Brescia, ottava. Se si analizzano i dati distinti, la provincia mostra segni di debolezza soprattutto sugli assegni scoperti.
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