Nel 2009 sono crollate del 12 per cento le quotazioni del latte alla stalla riconosciute agli allevatori ma la riduzione non si è trasferita al consumatore che è costretto a pagare di piu’ i formaggi (+0,2 per cento) per le distorsioni e le inefficienze nel passaggio dalla stalla allo scaffale della grande distribuzione.
E’ quanto è emerso da una analisi della Coldiretti relativa all’andamento dei prezzi nei primo trimestre del 2009 sulla base dei dati Ismea in occasione della giornata nazionale degli allevamenti italiani con decine di migliaia di allevatori in piazza e di fronte ai centri commerciali in tutte le principali regioni di produzione per salvare le stalle italiane e i primati qualitativi e di sicurezza del Made in Italy, con una capillare “operazione verità”.
La moltiplicazione dei prezzi colpisce i consumatori costretti a contenere gli acquisti e gli allevatori costretti a chiudere le stalle perché non riescono piu’ a coprire i costi di produzione, ma apre anche le porte agli inganni: la metà delle mozzarelle in vendita sugli scaffali della grande distribuzione sono fatte - denuncia la Coldiretti - con latte straniero mentre circa un quarto addirittura da semilavorati industriali (cagliate).
Valorizzare le produzioni agroalimentari lombarde e il loro legame con il territorio, difendendole dalla omologazione e dalla delocalizzazione territoriale, certificare le produzioni nell’origine e nella provenienza e renderle trasparenti con una adeguato sistema di etichettatura, prevedere l’indicazione obbligatoria della zona di origine della componente agricola del prodotto. Sono alcuni degli impegni assunti dal Presidente della Commissione regionale “Attività produttive” Carlo Saffioti (FI-PdL) sulla situazione del settore agro-alimentare lombardo, in occasione dell’incontro tenutosi martedì in Regione al quale hanno preso parte diversi Consiglieri regionali e i vertici regionali e provinciali di Coldiretti. Un forte grido d’allarme è stato lanciato in particolare dal Vice Presidente regionale della Coldiretti, che ha richiamato la necessità di un pronto intervento della Regione. Sotto accusa è in particolare la constatazione di come i prezzi dei prodotti alimentari siano aumentati del 4,3% al consumo, mentre alla produzione sono invece diminuiti addirittura del 14 per cento, dimostrazione secondo gli operatori di settore della presenza di forti inefficienze di filiera.
“Indubbiamente – ha detto il Presidente Saffioti - il Paese sta vivendo una crisi particolarmente grave, legata a processi di finanziarizzazione, cioè al ricorso sistematico di aziende e persone all’indebitamento. Ma la crisi paradossalmente può generare opportunità per chi, come il mondo agricolo, è legato a cose reali e concrete come il cibo, e può quindi contribuire a ridare centralità all’agricoltura, prima generatrice di economia reale. Per agevolare questo processo, cercheremo ora di promuovere nuove normative soprattutto sul fronte della certificazione della provenienza delle materie prime al fine di tutelare il prodotto locale contro il rischio di contraffazione e ci impegneremo per garantire controlli più puntuali nei passaggi di filiera. Vogliamo affermare la centralità dell’agricoltura nell’economia lombarda, consapevoli che da sola costituisce il 17% del Pil”.
Ad attraversare la crisi maggiore sono il settore del latte e dei prodotti lattiero caseari, che interessa attualmente in Lombardia 5mila e 978 aziende, impiega oltre 13mila addetti per 1.700 milioni di euro di valore di produzione primaria. Le quotazioni di burro, polvere e formaggi sono scese ai minimi storici a fronte invece di un aumento dei costi di produzione. Da qui alcune richieste: ritirare dal mercato una quota di produzione da destinare alla polverizzazione, favorire l’aggregazione dei produttori agricoli in filiere organizzate ed efficienti, concordare un prezzo di riferimento per la campagna 2009/2010 sviluppando un nuovo modello di determinazione del prezzo interprofessionale. “Per la competitività della zootecnia lombarda – ha concluso Saffioti - è necessario fissare riferimenti irrinunciabili come la qualità delle produzioni, l’imprescindibile legame col territorio, la trasformazione in formaggi DOP e tradizionali, un rapporto sempre più diretto con il consumatore finale (filiera corta)”.
All'incontro in Regione, per il Partito Democratico, hanno preso parte il capogruppo Carlo Porcari e i consiglieri Giuseppe Benigni e Gianfranco Concordati. La Coldiretti ha chiesto un’iniziativa politica forte da parte del Consiglio regionale al fine di valorizzare le produzioni regionali sia in materia di qualità, attraverso l'etichettatura delle produzioni, sia in materia di prezzi, ormai non più sostenibili per i produttori.
“La prima agricoltura del Paese – ha sostenuto il consigliere regionale del PD Giuseppe Benigni - deve essere supportata in modo adeguato nella contrattazione, soprattutto con la grande distribuzione che è in larga misura controllata da catene straniere poco propense a valorizzare i prodotti italiani che, in vista dell’Expo, è importante invece sostenere. Vanno perseguite pertanto tre linee di lavoro che segnino un cambio di passo significativo in materia di politiche regionali. In primo luogo attraverso un richiamo al governo nazionale in materia di valorizzazione delle produzioni locali e regionali. Poi con un'iniziativa regionale forte nella definizione di un prezzo equo delle produzioni a cominciare da quella del latte. Infine, con la considerazione del settore agricolo come componente strutturale dell'economia lombarda e come tale da sostenere con programmi di sviluppo e di aiuto”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA