Luigi Bresciani, segretario generale della Cgil di Bergamo, Carmelo Ilardo dell'Uffico vertenze del sindacato e Davide Vigani, studente dell'Università di Bergamo che ha collaborato alla ricerca, hanno presentato i risultati emersi dallo studio su un campione di oltre un migliaio di persone che si sono rivolte alla Cgil per vertenze di lavoro individuali o concorsuali (come le procedure di fallimento, ad esempio).
Su 1373 vertenze esaminate nel 2008, 516 riguardano pratiche dovute a fallimenti (il 49,1% in più rispetto al 2007) e 857 pratiche individuali (+30,6%). Tra le diverse motivazioni, più della metà delle vertenze individuali (il 55,7%) riguarda il mancato pagamento del Tfr (trattamento di fine rapporto, la liquidazione) o delle retribuzioni, il 24,5% l'impugnazione del licenziamento, il 10,5% per differenze retributive, il 2,2% per diritti negati rispetto ai contratti di lavoro.
E i numeri del primo bimestre 2009 non sono confortanti se alla Cgil si sono presentate già 245 persone (120 delle quali per vertenza individuale). La situazione peggiora nell'artigianato in genere (il 39,9% quando nel 2007 le vertenze coprivano il 28,6%), soprattutto edilizia e meccanica. Nello specifico delle vertenze individuali, quelle del settore meccanico crescono dal 12,9 al 18,9%, nel commercio e servizi dal 19,8 al 24,5%, nei trasporti dal 9,3 al 10,5%.
Durante la conferenza si è parlato anche di una ricerca che l'Università di Bergamo sta conducendo sull'incidenza del lavoro nero nella nostra provincia.
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