Crisi, Bergamo racconta
le sue preoccupazioni

Le imprese bergamasche sono travolte dall'incertezza. È questo che racconta l'indagine «Ascoltare la crisi» realizzata da Confindustria Bergamo e presentata alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, giunta nella nostra città per partecipare alla Borsa Merci alla riunione della giunta esecutiva degli industriali orobici.

L'indagine è il frutto di quasi due mesi di incontri in oltre 200 aziende per raccogliere dati e valutazioni: delle piccole e medie imprese di tutta la provincia, da quelle metalmeccaniche a quelle chimiche. Tutte aziende abituate a frequentare i mercati esteri, ma non per questo meno spaesate in questa situazione di mancanza di punti di riferimento.

L'appuntamento con la presidente di Confindustria è stato allargato anche ai consigli direttivi della Piccola industria e del gruppo Giovani e agli oltre 200 industriali coinvolti nello studio.

«Il progetto è partito quando, alla giunta precedente, a dicembre, ci siamo resi conto che la situazione di crisi aveva una velocità di crescita enorme, non escludeva nessuno e non si riusciva a definirla, a capirne esattamente i contorni»: così spiega il direttore di Confindustria Bergamo, Guido Venturini. Da qui l'idea di fare «una fotografia sul campo con le imprese».

Le 200 imprese sono state calibrate in prevalenza sulle piccole e medie. Scelte, spiega il direttore, non fra quelle conosciute, perché presenti negli organi direttivi dell'associazione, bensì fra «quelle che normalmente non ci frequentano, più distanti e nascoste».

Un campione rappresentativo, che rispecchia grosso modo la composizione percentuale degli iscritti e copre 17 settori merceologici. Si va dalla metalmeccanica, con un'ottantina di aziende, alle 25 del tessile-abbigliamento, alle 30 della plastica e della chimica e poi via via tutti gli altri comparti, dal legno alla cartotecnica per arrivare ai servizi. Queste imprese rappresentano quasi 20 mila dipendenti.

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