Valextra punta su Pontirolo
per sfondare in Europa e Asia
«Stiamo facendo i compiti». Esordisce così Marco Franchini, amministratore delegato di Valextra, il brand moda specializzato in accessori in pelle di alta qualità la cui produzione è a Pontirolo Nuovo. Per l'azienda è un momento cruciale.
«Stiamo facendo i compiti». Esordisce così Marco Franchini, amministratore delegato di Valextra, il brand moda specializzato in accessori in pelle di alta qualità la cui produzione è a Pontirolo Nuovo. Per l'azienda, nata nel 1937 e dal 2000 di proprietà della famiglia Carminati Molina di Treviglio, è un momento cruciale.
Lo scorso marzo il fondo inglese di private equity Neo Capital ha rilevato il 60% del capitale sociale: «Siamo soddisfatti, questo fondo si focalizza da sempre su brand con una storia significativa alle spalle», spiega Franchini, con il presidente di Valextra Emanuele Carminati Molina che aggiunge: «È stato un corteggiamento durato diversi anni: il fatto che il fondo voglia preservare il lavoro fatto dalla mia famiglia in questi anni ha dato la svolta all'accordo».
Con un'importante opportunità di sviluppo: «Miriamo a un rafforzamento del brand e a una sua maggiore internazionalizzazione, con investimenti che porteranno all'espansione della sua commercializzazione», spiega l'ad. Se infatti Valextra ha fatturato nel 2012 circa 12 milioni di euro, per quest'anno di parla già di una crescita del 30%: «Quello che stiamo però attuando è solo preparatorio: l'impegno è a medio-lungo termine, irrobustendo la nostra organizzazione, spingendo sulla qualità e prevedendo di arrivare a 80-100 milioni di euro tra 5-7 anni», continua Franchini, con le idee ben chiare e un'esperienza consolidata nel settore, dopo sette anni come presidente e a.d. in Bally International.
Se infatti a oggi Valextra conta un flagship store a Milano, 10 boutique tra il Giappone e la Corea del Sud e una diffusa rete di shop in shop in Usa, Asia e Europa, obiettivo primario è «spingere verso l'Est, ma non solo: nel biennio 2014/2015 Valextra prevede di aprire monomarca a Milano, Londra, Parigi e New York, oltre a coprire con shop in shop l'Asia, il Middle East e l'Europa dell'Est.
A novembre già la prima inaugurazione con uno store a Singapore», continua Franchini che sarà a Singapore insieme a Carminati Molina, relatori alla IHT Luxury Conference: «Racconteremo la storia di Valextra - spiega l'ad - e il suo valore aggiunto: la nostra totale coerenza con l'identità storica del brand». Tanto che, con progetti così ambiziosi, non è esclusa una futura quotazione in Borsa: «Potrebbe essere la giusta evoluzione di un lavoro di crescita - commenta Franchini -, soprattutto perché significherebbe un rafforzamento del brand, dove resta imprescindibile il ruolo forte di attaccamento della famiglia Carminati».
Attaccamento che vede dal Duemila la base di Valextra a Pontirolo: «È qui che c'è tutto il settore di sviluppo del marchio e la maggior parte della produzione: la restante è svolta in laboratori artigianali lombardi e veneti. Il pellame? Toscano e francese», continua l'amministratore delegato. Con un'attenzione al made in Italy che fa la differenza: «È una bandiera, il nostro valore aggiunto, espressione di alta qualità».
E nei piani di crescita di Valextra, anche la Bergamasca andrà a beneficiarne: «Attualmente sono una cinquantina i dipendenti di Pontirolo - prosegue Franchini -, ma con la crescita della produzione prevediamo anche un aumento del personale, soprattutto specializzato per la lavorazione artigianale». La figura più ricercata? Modellisti, inevitabilmente, e altamente qualificati, in un settore dove la moda si unisce al design, all'handmade ma anche alla ricerca tecnologica.
A capo di tutto questo anche un nuovo design director, lo spagnolo Álvaro González, con 16 anni di esperienza nella creazione di accessori di lusso, tra Jimmy Choo e Valentino: «Stiamo facendo un buon lavoro, tutto mirato al rafforzamento del brand, da posizionare con chiarezza nel mercato del lusso internazionale, spingendo sul suo valore di qualità, ma anche sulla sua forte storia di tradizioni», conclude Franchini, con Carminati Molina che non può non abbandonarsi a un amarcord.
«A Milano, quando ero studente interno al collegio San Carlo, prima di prendere il treno per rientrare in famiglia per il fine settimana, mi ritrovavo con i miei compagni al famoso caffè Motta di piazza San Babila: la boutique Valextra adiacente mi affascinava per le sue vetrine esotiche e sorprendenti. Il mio sogno era quello di poter un giorno regalare a mio padre un portafoglio in coccodrillo con l'interno stilizzato dalla famosa V, distintivo della casa». Il sogno è diventato realtà, e molto altro ancora.
Fabiana Tinaglia
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