Economia / Valle Seriana
Sabato 21 Settembre 2013
Pigna, niente russi in vista
Pronti i contratti di solidarietà
La strada resta in salita, ma almeno cominciano a delinearsi gli strumenti in grado di tenere sotto controllo la situazione. Così venerdì 20 settembre, nel nuovo incontro in Confindustria Bergamo, direzione e sindacati hanno trovato l'ipotesi di accordo sui contratti di solidarietà alla Pigna.
La strada resta in salita, ma almeno cominciano a delinearsi gli strumenti in grado di tenere sotto controllo la situazione. Così venerdì 20 settembre, nel nuovo incontro in Confindustria Bergamo, direzione e sindacati hanno trovato l'ipotesi di accordo sui contratti di solidarietà alla Pigna. Inoltre, evaporate le possibili trattative col gruppo italo-russo Mapi, il presidente Giorgio Jannone e gli altri soci (il gruppo Bombardieri e gli eredi di Carillo Pesenti Pigna) convocheranno al più presto un consiglio di amministrazione per immettere risorse fresce, misura praticamente obbligata dopo la perdita d'esercizio di 13 milioni di euro, e il «verdetto» emesso dal collegio sindacale che evidenziava la necessità di «procedere ad una adeguata ricapitalizzazione».
Ora la palla passa ai dipendenti che mercoledì nella sede di Alzano Lombardo esprimeranno in assemblea il gradimento sull'ipotesi di accordo raggiunta. Lo strumento, che rispetto agli altri ammortizzatori, penalizza meno i lavoratori sul fronte economico, dovrebbe essere avviato dai primi giorni di ottobre per un anno: prevede un utilizzo orizzontale nei periodi di maggiore difficoltà, con riduzione del 50% dell'orario di lavoro (quattro ore al giorno nei due turni) e il coinvolgimento di tutti i 180 dipendenti della cartotecnica.
Per il presidente di Pigna Giorgio Jannone «la solidarietà è un passo importante verso il complesso percorso di risanamento aziendale che ci vede impegnati da anni. Come è sempre accaduto durante la nostra gestione, crediamo sia fondamentale condividere la ricerca delle migliori soluzioni possibili con i lavoratori e i sindacati».
Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 20 settembre
© RIPRODUZIONE RISERVATA