Orio e l'interesse del Fondo F2i
Cgil preoccupata: serve chiarezza

Sarebbero sempre più insistenti le indiscrezioni che dicono di un forte interesse del Fondo F2i per l'aeroporto di Orio al Serio. La Cgil è preoccupata e scrive: «Incapaci di valorizzarne le potenzialità, lo svendono al migliore offerente?»

Sarebbero sempre più insistenti le indiscrezioni che dicono di un forte interesse del Fondo F2i per l'aeroporto di Orio al Serio. Il patron del Fondo, Vito Gamberale, qualche settimana fa, ha confermato l'interesse del gruppo per il sistema aeroportuale del Nord.

Attualmente Sacbo ha una compagine azionaria variegata: Sea al 30%, Ubi Banca 17,9%, Comune di Bergamo e Provincia circa il 13% ciascuno, la Camera di Commercio di Bergamo il 13,2%, il Credito Bergamasco il 6,9%, Confindustria Bergamo circa un punto percentuale, inoltre vi sono altri azionisti come Italcementi.

Luca Stanzione, segretario della Filt Cgil di Bergamo, interviene insieme al segretario generale della Cgil Luigi Bresciani e chiede chiarezza: «Apprendiamo dai giornali la possibilità di vendita delle partecipazioni azionarie del Comune di Bergamo e della Provincia in Sacbo, e la contestuale acquisizione da parte del Fondo di investimento F2I. Il continuo stillicidio di notizie in questa direzione rischia di introdurre elementi di  instabilità e incertezza sul futuro di un'infrastruttura strategica per il nostro territorio, che ha invece bisogno di certezze e stabilità. L'aeroporto impiega circa tremila persone, più altre migliaia di lavoratori dell'indotto. Per questo motivo le scelte proprietarie devono avere come priorità lo sviluppo del piano industriale dell'aeroporto e la qualità del lavoro.

Crediamo sia necessario far svolgere all'aeroporto una funzione primaria dentro il sistema aereoportuale del Paese. Questa esigenza non può però legittimare qualsiasi operazione azionaria e soprattutto non possiamo continuare ad apprendere dai giornali notizie di una rilevanza tale che, se confermate, vedrebbero gli attuali attori del territorio in una posizione non più determinante con la rottura del Patto di Sindacato che li lega. Via il pubblico dall'Aeroporto può significare solo una cosa: il territorio non conterà più nulla.

Quelli che rimarrebbero in Sacbo, compresi gli Istituti di credito presenti, non rispondono al territorio. Banca Popolare di Bergamo e Credito Bergamasco fanno parte di Gruppi bancari nazionali, con interessi anche in territori diversi dal nostro. Perché dovrebbero difendere solo gli interessi del territorio bergamasco? 

Per queste ragioni gli azionisti pubblici devono chiarire le proprie intenzioni e i propri progetti. L'aeroporto di Orio ha rappresentato negli ultimi anni la leva di sviluppo economico dell'intera provincia di Bergamo, ed è evidente come le scelte che riguardano un'infrastruttura così importante condizionino fortemente il Pil bergamasco. E' per questa ragione che vorremmo una discussione pubblica trasparente in cui le Istituzioni e i possibili acquirenti informino il territorio delle strategie future».

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