Ambivere, universo senza segreti
con le antenne Cospal per la Nasa

La sfida è sempre di quelle planetarie, perché indietro non si torna e Cospal Composites da anni ha abituato tutti a stare con il naso all'insù, anche per tenere la crisi a debita distanza. L'azienda di Ambivere, ha sempre avuto una vocazione all'export.

La sfida è sempre di quelle planetarie, perché indietro non si torna e Cospal Composites da anni ha abituato tutti a stare con il naso all'insù, anche per tenere la crisi a debita distanza. Fin dalla sua fondazione, 31 anni fa, l'azienda di Ambivere, ha sempre avuto una vocazione all'export, grazie anche alle precedenti esperienze del suo fondatore Giambattista Rota Martir, padre dell'attuale consigliere delegato Giuliano e di suo fratello Loris, presidente.

«Con Cospal abbiamo voltato pagina, - spiega Giuliano Rota Martir -: nostro padre purtroppo non c'è più, ma ci ha trasmesso l'ambizione di lavorare in maniera originale l'alluminio e di avere come mercato il mondo». Nasce così la specializzazione nelle telecomunicazioni con quelle costruzioni speciali per antenne paraboliche di dimensioni giganti che catturano l'attenzione dei grandi gruppi di ricerca e osservazione spaziale: prima il Cnr e poi la Nasa, con cui il rapporto si è ormai consolidato negli anni, fin dall'avventura su Marte nel 2004, quando l'azienda bergamasca forniva pannelli di massima precisione, permettendo alla sonda americana di ricevere milioni di foto e informazioni dal Pianeta Rosso.

Ora sempre la Nasa ha avuto un altro incarico delicato, direttamente su mandato della Casa Bianca: creare, attraverso un progetto denominato «Dsn» (Deep Space Network) una rete internazionale di antenne che supportino le missioni spaziali interplanetarie per l'esplorare non più solo il sistema solare, ma l'intero universo. Un progetto che necessita della massima affidabilità: «E visto che gli americani hanno già potuto toccare con mano il nostro modo di lavorare - aggiunge Loris Rota Martir, fratello di Giuliano e presidente di Cospal -, ci hanno voluto ancora una volta con loro in questa avventura: con altre aziende Usa abbiamo quindi realizzato riflettori da 34 metri di diametro per l'esplorazione del sistema solare, una sfida all'ignoto che ci riempe di orgoglio».

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