Cassintegrati, possibile risorsa
«A disposizione dei Comuni»

Ad Arezzo fu sperimentato per far uscire la città dall'emergenza neve. A Vittorio Veneto l'iniziativa è partita dall'assemblea dei dipendenti di un'azienda in crisi. Perché, si domandano molti, i cassintegrati non vengono messi a disposizione dei Comuni? Cosa ne pensi? Commenta

Ad Arezzo fu sperimentato nel 2012 per far uscire la città dall'emergenza neve. A Vittorio Veneto l'iniziativa è partita dall'assemblea dei dipendenti di un'azienda in crisi. Perché, si domandano in molti, i cassintegrati non vengono messi a disposizione dei Comuni?

In un momento di crisi delle amministrazioni locali, alle prese con pesanti tagli al budget, quella dei cassintegrati potrebbe diventare una vera e propria risorsa: l'utilizzo di persone che percepiscono già un reddito (per quanto basso) potrebbe consentire alle amministrazioni locali di coprire, con un minimo di organizzazione, una serie di servizi altrimenti ridotti all'osso.

Tornando al caso di Vittorio Veneto, i cassaintegrati di un'azienda (117 persone) si erano messi a disposizione del loro Comune «per essere utilizzati come spazzini piuttosto che come operatori assistenziali». «Un grande segno di sensibilità e di maturità sociale», aveva commentato il sindaco della città.

In fondo - dicono coloro che sono a favore dell'utilizzo dei cassintegrati da parte dei Comuni - si tratta di persone che sono già pagate, e che altrimenti resterebbero a casa senza contribuire alla produzione di un reddito.

O, aggiungono altri, potrebbero venire impegnati in lavori in nero: da un lato contribuendo a eludere il fisco, dall'altro percependo «ingiustamente» un altro reddito.

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