Squinzi: Nord sull'orlo del baratro
Così torniamo indietro di 50 anni

«Il Nord è sull'orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta». Lo dice allarmato il presidente Giorgio Squinzi, all'assemblea di Confindustria.

«Per ritornare al Nord trainante» serve un ambiente in cui l'impresa possa crescere senza ostacoli e competere ad armi pari coi concorrenti. «Ciò che manca è il tempo, bruciato nelle parole spese vanamente, perché il Nord è sull'orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta. È questo quello che vogliamo?», domanda Giorgio Squinzi, all'assemblea di Confindustria.

La denuncia del presidente si salda alla fiducia nell'azione dell'Esecutivo di Enrico Letta, presente in platea: «Gli strumenti ci sono, serve volontà e concretezza che sono certo troveremo nel Governo». La «questione settentrionale» va affrontata «contemporaneamente al rilancio del Mezzogiorno», e con decisione, perché «il motore di questo straordinario modello economico e produttivo batte in testa e manda chiari segnali di allarme che non possiamo lasciar cadere inascoltati, se si vuole che il nostro Paese, tutto, abbia un futuro».

«La situazione del credito rende quasi impossibile, non gli investimenti, ma l'ordinaria gestione delle imprese e ne mette in pericolo la sopravvivenza». È l'allarme lanciato da Squinzi, secondo il quale «è di primaria importanza l'immissione di liquidità nel sistema». Squinzi ricorda che «lo stock dei prestiti erogati alle imprese è calato di 50 miliardi negli ultimi 18 mesi. Un taglio senza precedenti nel dopoguerra» per cui quasi un terzo delle imprese ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative.

Il presidente di Confindustria, davanti all'assemblea annuale, osserva che «dobbiamo contrastare la terza ondata di credit crunch. Per questo guardiamo con interesse e attese alle misure annunciate dalla Bce per sbloccare il mercato del credito». Per Squinzi, «a livello nazionale è però necessario potenziare gli strumenti esistenti e lavorare con le banche a un nuovo accordo sul credito per sostenere le imprese in questa delicata fase congiunturale, ponendo le basi per lo sviluppo futuro».

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