Economia / Bergamo Città
Lunedì 11 Marzo 2013
Il bilancio 2012 della «Popolare»
L'utile netto è a 129,5 milioni
Nel pomeriggio di lunedì 11 marzo 2013 il Consiglio di amministrazione della banca popolare di Bergamo ha approvato il bilancio dell'esercizio 2012 che esprime un utile netto di 129,5 milioni di euro. Se si escludono le poste non ricorrenti l'utile ammonta a 135,2 milioni.
Nel pomeriggio di lunedì 11 marzo 2013 il Consiglio di amministrazione della banca popolare di Bergamo ha approvato il bilancio dell'esercizio 2012 che esprime un utile netto di 129,5 milioni di euro. Se si escludono le poste non ricorrenti l'utile ammonta a 135,2 milioni.
Il risultato economico del periodo è stato significativamente influenzato dalla dinamica crescente delle rettifiche nette su crediti da collegarsi principalmente alla politica di maggiore copertura dei crediti già in default.
Il risultato della gestione operativa al termine dell'esercizio risulta in flessione del 7,2% rispetto all'anno precedente, posizionandosi a 339,6 milioni di euro - se si escludono gli oneri per incentivi all'esodo descritti in nota, la gestione operativa manifesta al contrario una crescita di 3,3 punti percentuali determinata dalla lieve flessione dei proventi operativi e dai contemporanei risparmi negli oneri operativi.
Hanno contribuito a tale risultato la performance dei proventi operativi a euro 833,3 milioni (-1,2%), – determinata dalla positiva dinamica del margine di interesse (+0,5%, +2,6 milioni) e delle commissioni nette (+2,5%, +7,9 milioni), compensata dalla flessione delle voci di altri proventi e oneri di gestione (-12,6 milioni) e dal risultato dell'attività di negoziazione, copertura e cessione crediti (-7,7 milioni) - e il contemporaneo incremento degli oneri operativi (+3,5%), con le altre spese amministrative diminuite del 4,5% a 188,1 milioni e le spese per il personale incrementate a 298,4 milioni, +9,5%, per effetto degli incentivi all'esodo che hanno consentito il prepensionamento di 116 collaboratori. Al netto delle componenti non ricorrenti, il costo del personale si riduce di 4,3 punti percentuali.
Il rapporto Cost/Income normalizzato ha espresso un deciso miglioramento attestandosi al 55,98%, rispetto al 57,87% di fine 2011; comprendendo gli oneri non ricorrenti del personale, l'indice si è posizionato al 59,25% contro il 56,58% dello scorso anno.
Come anticipato in premessa, l'utile dell'esercizio è stato influenzato dalla crescita delle rettifiche su crediti attestatesi a fine anno a 134,7 milioni di euro, e derivanti soprattutto da svalutazioni su posizioni già in default, sia in sofferenza (euro 79,2 milioni) che in incaglio (euro 58,4 milioni), in un'ottica di aumento degli indici di copertura.
L'ammontare delle rettifiche su crediti rappresenta il 16,2% dei proventi operativi e il 39,7% del risultato della gestione operativa. L'andamento delle rettifiche su crediti si rispecchia nel costo del credito che, tenuto anche conto della dinamica flettente degli impieghi netti, si è posizionato allo 0,72%, (contro lo 0,42% di fine 2011), ben al di sotto dell'indice dei principali gruppi bancari (escluso il Gruppo UBI) che a fine settembre era pari all'1,15% e che si presume peraltro ulteriormente in crescita sul fine anno.
L'andamento annuo degli impieghi alla clientela, ha infatti registrato una diminuzione del 4,2% portando l'ammontare complessivo dei crediti a 18,8 miliardi di euro; nella seconda metà dell'anno la variazione si è attestata al -2,5%. La dinamica degli impieghi registrata anno su anno è da attribuire agli andamenti in flessione degli affidamenti in conto correnti, dei mutui e delle altre operazioni (in particolare con il segmento delle Grandi Imprese).
La persistente recessione ha determinato inevitabilmente l'aumento dei crediti non performing, che a fine 2012 hanno raggiunto 1,3 miliardi (7,1% del totale degli impieghi netti verso la clientela), contro 1,2 miliardi di fine 2011 (+10,1%). La crescita è da attribuire principalmente al trend delle sofferenze nette (+20,6%), degli incagli (+36,7%, che si riduce a +12,1% se si esclude l'effetto della riclassificazione tra gli incagli di posizioni prima comprese fra le esposizioni ristrutturate) e delle esposizioni scadute. Tendenza opposta, al contrario, per le posizioni ristrutturate, che diminuiscono del 69,3% anche per effetto della menzionata riclassificazione contabile.
Alla luce delle performance registrate in talune tipologie di crediti dubbi, il rapporto sofferenze nette/impieghi netti è passato al 2,88% dal 2,29% di fine anno 2011 – rimanendo peraltro ancora al di sotto del 3,3% del sistema bancario - e il rapporto incagli netti/impieghi netti (3,44%) si è incrementato di poco più di un punto percentuale rispetto al dato di dicembre 2011 (2,41%). Il progresso degli indicatori va peraltro interpretato valutando anche la flessione annuale complessiva degli impieghi descritta in precedenza.
La raccolta totale da clientela privata (esclusi i prestiti obbligazionari sottoscritti dalla Capogruppo) si è attestata a fine anno a 43,5 miliardi di euro, con una flessione dell'1,7% anno su anno – ma in crescita nel secondo semestre (+1,1%) – determinata dalla contestuale contrazione sia della raccolta diretta (-2,6%) che di quella indiretta (-1%). Nel semestre, al calo della prima per 3,6 punti percentuali si è contrapposto il progresso del 5,1% della seconda.
In particolare, la raccolta diretta da clientela si è attestata a 19,2 miliardi di euro - anche a seguito delle persistenti difficoltà da parte delle famiglie nell'accumulare risparmi - peraltro con sviluppi opposti tra la componente dei «conti correnti e depositi liberi e vincolati», in progresso del 2,4%, e la componente dei titoli in circolazione in flessione del 9,2%, (obbligazioni, -5,8% e altri titoli, -40,6%).
La raccolta indiretta da clientela ordinaria ammonta a 24,3 miliardi di euro, suddivisi fra «risparmio gestito» e «polizze vita» per 12,2 miliardi di euro (+8,2%) - che rappresentano il 50,1% del totale della raccolta indiretta - e «raccolta amministrata» per 12,1 miliardi (-8,8%). Il secondo semestre ha però visto la ripresa di entrambe le componenti, con il risparmio gestito e le polizze aumentati del 5,4% e quello amministrato di 4,8 punti percentuali.
A fine anno la Banca ha visto la propria solidità patrimoniale ulteriormente rafforzata con coefficienti ben oltre i valori minimi stabiliti dalla vigente normativa: il rapporto fra il patrimonio di base ed il totale delle attività a rischio ponderate (Tier 1) è pari al 20,62% (16,33% a fine 2011), così come il rapporto fra il patrimonio di vigilanza ed il totale delle attività a rischio ponderate (Total Capital Ratio) attestatosi al 20,50% (18,48% al 31 dicembre 2011). Si evidenzia che a far tempo dal 30 giugno 2012 la Banca adotta la metodologia avanzata per la determinazione del rischio di credito sulle controparti corporate, pertanto la comparabilità dei dati con quelli relativi alla fine del 2011 risulta parziale.
Nell'allegato il comunicato stampa con lo stato patrimoniale riclassificato e il conto economico riclassificato.
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