Dai bottoni alle sneakers
Con le borchie nasce Studswar

Dalle borchie, fibbie e bottoni la Metalfashion cambia aria e dà il via a una griffe di moda: si chiama Studswar e dalle sneakers fa anche borse e abbigliamento. Idea made in Bergamo. Con un tema dominante: ovviamente la borchia.

Suo padre, quarant'anni fa, faceva fibbie e bottoni. Lui è la seconda generazione e qualche anno fa ha capito che, se si fosse fossilizzato solo sulle borchie e sui piccoli accessori per la moda e l'abbigliamento, sarebbe affondato insieme a molte aziende che in Val Calepio facevano lo stesso mestiere. «I tempi cambiano, la produzione finisce in Oriente: con quelle borchie dovevo trovare un'altra strada». È questo il ragionamento che sta alla base dell'evoluzione della Metalfashion di Castelli Calepio, in questi giorni al suo secondo Micam, la fiera della calzatura in programma fino al 6 marzo a Rho. A cambiare rotta è Giovanni Nembrini, figlio di Renato: nel 2003 cambia aria e le borchie che prima produceva per l'alta moda decide di sfruttarle per un suo brand, «Studswar», che appunto significa «guerra di borchie» e che nasce ufficialmente nel 2005.

«La Val Calepio è storicamente terra di bottonifici – spiega -: realizzavamo fibbie, agganciature, piccola minuteria per la moda. Tantissime borchie. Ad aprire l'azienda mio padre, negli anni Settanta, ma dieci anni fa c'è stata la decisione di creare qualcosa di nostro, fare quel prodotto finito che vedevamo realizzato dagli altri con i nostri accessori». Certo, non ci si inventa un brand da un giorno all'altro: «Producendo soprattutto borchie per aziende della moda – continua Nembrini -, il mestiere l'ho imparato facilmente, sempre appresso ai tessuti, ai modelli, alle collezioni stagione dopo stagione».

In dieci anni Nembrini trasforma l'attività, puntando sulla calzatura: «È l'accessorio che meglio potevo trasformare a mio piacimento sfruttando la nostra produzione. Il passaggio è stato lento: in un primo tempo l'attività passata e il nuovo progetto correvano parallele, poi dal 2005 siamo passati alla sola produzione del marchio Studswar». Per una collezione variegata di sneakers, realizzate esternamente e rifinite a Castelli Calepio: «Un processo tutto italiano – spiega ancora Nembrini -. Lavoro con laboratori pugliesi, poi la scarpa arriva a Bergamo: qui la tingo, la tratto e la decoro. Da molti anni collaboro con una realtà internazionale che si occupa di denim: questa esperienza mi è stata utile e l'ho trasferita sulla lavorazione dei tessuti delle mie sneakers. Il canvas è come il denim: facilmente trasformabile, capace di assorbire tinture, adattabile a mille lavorazioni e decori». Le prime collezioni realizzate sono solo al femminile, per lo più sneakers tempestate da borchie e pietre, trattate nei tessuti con lavaggi particolari ad effetto vintage. Per la collezione 2013 al Micam arrivano anche i modelli da uomo e, oltre alle sneakers, le clark, sempre lavorate e coloratissime, in un mix di materiali, tra tessuti stampati, denim e cotoni trattati.

Dalle scarpe, nel 2012, Studswar si intanto esteso nella produzione: «Sono partito con l'abbigliamento, prima solo donna, per il 2013 anche uomo – prosegue Nembrini -. Anche qui lavoro con la stessa filosofia: l'ufficio stile è interno a Castelli Calepio, la produzione è tutta esternalizzata, sempre in Italia e in laboratori principalmente del Veneto». La collezione è urban casual, a Castelli Calepio gli abiti ritornano per le decorazioni finali, per essere ultimati con quelle borchie, bottoni e fibbie da cui suo padre aveva costruito l'azienda. Poi c'è tutta la rete commerciale: «Uno showroom per ogni regione d'Italia, al momento siamo in un centinaio di punti vendita del nostro Paese. All'estero stiamo spingendo sull'Europa: siamo già presenti in Scandinavia, Germania, Benelux e Gran Bretagna. Bene la Russia, mercato sempre più solido». E non mancano gli Stati Uniti: «Siamo entrati in tutti i punti vendita Bloomingdale, e questo mercato è da spingere ed estendere». L'export al momento è il 70% del fatturato della Metalfashion: «Nel 2012, Studswar, e con le sole sneakers, ha realizzato 1 milione 300 mila euro. La previsione del 2013, con l‘avvio dell'abbigliamento, è di crescere». Sono lontani i 6 miliardi di vecchie lire che l'azienda fatturava dieci anni fa con le sole borchie: «Continuare sarebbe stato anacronistico – riflette Nembrini -, in dieci anni qui è cambiato il mondo. Ai tempi c'erano 30 dipendenti, ora siamo in 12. Abbiamo avuto coraggio, abbiamo sfruttato quello che sapevamo fare bene, ma ci siamo riorganizzati ripensando a cosa poteva darci una spinta imprenditoriale che ci facesse sopravvivere alla crisi. Ora “questo piano b” è stato il nostro trampolino. Spetta a noi saper sguazzare in questo complesso mondo della moda». Con un altro progetto appena avviato e che coinvolge un'altra realtà bergamasca: «Proprio al Micam presento una linea di borse e cinture prodotte dalla Gaba di Grumello: insieme abbiamo creato i modelli, che vengono realizzati nell'azienda d Giuseppe Gambirasi e ultimati dalla Metalfashion. Anche questa linea è sotto il brand di Studswar e in futuro c'è l'idea di creare insieme anche una linea di bigiottera». Perché l'unione fa la forza: «Bisogna fare rete, insieme sul territorio, contro la concorrenza estera e per garantire la qualità». Pensata e prodotta a Bergamo.
Fabiana Tinaglia

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