Il design emergente va on line
Con Lovli.it parla bergamasco
Un «talent store» per chi è cresciuto a pasta e design. Traduzione: un sito internet vetrina di nomi del design italiano, che in Rete offrono i loro prodotti via e-commerce e scontati. Ecco qui spiegato Lovli.it, idea bergamasca al 50 per cento.
Un «talent store» per chi è cresciuto a pasta e design. Traduzione: un sito internet vetrina di nomi noti e soprattutto emergenti del design italiano, che in Rete si fanno conoscere e offrono i loro prodotti via e-commerce con sconti fino al 70 per cento. Ecco qui spiegato Lovli.it, idea bergamasca al 50 per cento: a realizzare questo progetto on line con Tiziano Pazzini, di Cesena, c'è infatti il bergamasco Andrea Galimberti, 34enne di Fara Gera d'Adda.
I due si sono conosciuto durante un master e poi, mentre entrambi lavoravano all'estero, hanno pensato bene di «tornare a casa» per creare un progetto made in Italy. Entrambi con la passione del design, hanno fatto due più due: «Abbiamo pensato di sviluppare una peculiarità tutta italiana, valorizzandola attraverso la nuova tecnologia. Abbiamo notato che il mercato del design, soprattutto quello emergente, difficilmente si sviluppa via web e lo stesso mercato tradizionale del design non sfrutta la Rete».
«Tanta ricerca e ora anche tante candidature e proposte, abbiamo recensito anche il primo bergamasco – continua Galimberti -: si chiama Stickstyle ed è un marchio che nasce dalla collaborazione tra Rossano Capello ed Elena Cesana, compagni nel lavoro e nella vita. Con i loro sticker trasformano oggetti della quotidianità in icone grafiche della cultura pop».
Ma Lovli è ancora agli inizi: l'idea è nata la scorsa primavera, a luglio è stato messo on line il numero zero e il 2 ottobre c'è stato il lancio ufficiale. «Abbiamo già una community di 25 mila iscritti e fatturiamo un migliaio di euro al giorno. Previsione per il 2013 il primo milione» annuncia il bergamasco che ha ora lasciato il suo lavoro a New York per dedicarsi al nuovo progetto, in controtendenza con i tempi moderni.
Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 25 gennaio
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