Economia / Bergamo Città
Sabato 29 Dicembre 2012
I sindacati a Confindustria:
si investa su Legler e Honegger
Le premesse non sono delle più incoraggianti: «Non ci aspettiamo grandi novità dai prossimi incontri sul Modello Bergamo». Ma piccoli passi in avanti sì («niente di sconvolgente»). Così i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.
Le premesse non sono delle più incoraggianti: «Non ci aspettiamo grandi novità dai prossimi incontri sul Modello Bergamo». Ma piccoli passi in avanti sì («niente di sconvolgente» è la precisazione). I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil (Luigi Bresciani, Ferdinando Piccinini e Marco Cicerone) nel fare il punto sul Modello Bergamo, già Progetto Valseriana, mettono alcuni paletti: bene creare una cultura sul territorio per cui le parti sociali, ciascuna per le sue competenze, dia il proprio contributo per creare nuovi modelli di sviluppo, ma il punto vero è che «servono imprenditori che abbiano voglia di mettersi in gioco».
Circa un mese fa in Confindustria Bergamo si è tenuto un incontro a cui sono stati invitati anche i tre segretari confederali, con il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, che sul Modello Bergamo ha espresso un giudizio positivo, rendendosi disponibile anche a mettere in campo dei finanziamenti qualora «venga presentato un progetto di impresa concreto», come ricordano i tre segretari.
L'obiettivo è quello di definire, entro febbraio, un documento che si muova su due linee: le politiche attive del lavoro e le politiche di sviluppo da promuovere sul territorio. Con un occhio di riguardo ai temi dell'internazionalizzazione, dell'innovazione e della formazione e riqualificazione. Documento da presentare poi a Passera. Ciò che i sindacati chiedono a Confindustria Bergamo è che «si adoperi per trovare uno o più imprenditori disponibili a reindustrializzare aree dismesse (due esempi su tutti: Legler di Ponte San Pietro e Cotonificio Honegger di Albino, ndr), con il sostegno delle parti sociali, dai sindacati, alle parti datoriali fino alla Camera di commercio e gli enti locali».
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