Honegger e reindustrializzazione
I sindacati sono preoccupati

Dopo la firma del decreto per la cassa integrazione all'Honegger, al tavolo tecnico s'è discusso di riqualificazione,  ricollocazione e risorse, oltre che delle modalità per ottenere il secondo anno di cassa. Preoccupa la Cgil sulla reindustrializzazione dell'area.

All'indomani della firma del decreto di autorizzazione della cassa straordinaria per 358 persone al ministero del Lavoro, per il Cotonificio Honegger è stato il giorno del tavolo tecnico per tentare di dare un futuro a chi è rimasto senza un lavoro, ora che almeno c'è la certezza degli ammortizzatori sociali.

All'incontro che si è tenuto in Confindustria hanno partecipato Fulvio Bolis per la Cgil, Ferdinando Piccinini e Francesco Corna per la Cisl, Marco Cicerone e Amerigo Cortinovis per la Uil, l'assessore provinciale al Lavoro Enrico Zucchi, i rappresentanti di Imprese&Territorio e i padroni di casa, Stefano Malandrini e Stefano Cofini per Confindustria.

«Due sono stati i punti affrontati dal Tavolo - ha detto Fulvio Bolis, che per la segreteria provinciale della CGIL di Bergamo è responsabile delle Politiche Industriali e del Mercato del Lavoro -. Il primo è stato quello degli ammortizzatori sociali: la cassa, come si sa, è stata approvata per 12 mesi, ma è stato dato l'ok anche al programma biennale, dunque c'è la possibilità di ottenere altri 12 mesi. Entro il primo anno, cioè entro il 31 agosto 2013, sarà necessario che il 30% dei 358 dipendenti che godranno degli ammortizzatori, cioè 107 persone (come è stato definito nell'accordo firmato in sede ministeriale il 6 agosto), dovrà avere trovato altra soluzione. Se così non sarà, il secondo anno di cassa sfumerà. Ovvio che quello sarà un passaggio delicato: dunque la priorità su cui abbiamo ragionato è quella dei 107 primi lavoratori, poi il tentativo sarà quello di  trovare una soluzione per tutti. Per raggiungere questo primo obiettivo esistono risorse che derivano dall'atto negoziale stipulato in Provincia e che prevede incentivi alle aziende che assumono e ad enti di formazione e ricollocazione accreditati che in concreto faranno da mediatori per ricollocazioni reali: si tratti di circa 1 milione e 200mila euro disponibili attraverso un bando già aperto da circa un mese e che, dunque, potrebbero essere utili anche nella crisi Honegger. La Provincia ha anche risorse, non molte per la verità, da mettere a disposizione di società specializzate che gestiscano la valutazione dei profili professionali per eventuali ricollocazioni. Ora che gli ammortizzatori sociali tutelano il loro reddito, è necessario utilizzare questi mesi per accompagnare i lavoratori attraverso percorsi di riqualificazione gestiti anche con queste risorse».

A preoccupare il sindacato, e per la verità tutti i soggetti presenti al tavolo, è il secondo punto affrontato nella discussione di oggi: “Quello, cioè della reindustrializzazione del sito e della reale ricollocazione delle persone: ora il problema sta qui. Confindustria ci ha rimandato ad un tavolo più generale fissato per il 19 dicembre sul Modello Bergamo. Permane la grave preoccupazione che in questa situazione sarà difficile trovare imprenditori che abbiano intenzione di impegnarsi su quell'area. Ad oggi non c'è alcun progetto industriale abbozzato, certo forse è prematuro. Speriamo, com'è ovvio, in sviluppi positivi e in elementi di concretezza che al momento siamo tutti lì a cercare”.

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