Nasce il falso fondale Italcementi
per raddrizzare la Concordia

Poggerà su un maxi fondale di cemento Italcementi il relitto della Costa Concordia, una volta terminata la fase tre che comincia adesso, dopo l'arrivo qualche giorno fa qui al Giglio della piattaforma Pioneer.

Poggerà su un maxi fondale di cemento il relitto della Costa Concordia, una volta terminata la fase tre che comincia adesso, dopo l'arrivo qualche giorno fa qui al Giglio della piattaforma Pioneer, divisa a metà: un maxi container di quattro piani con cabine, servizi, palestra e sauna per circa 200 tra sub, tecnici e marinai, e un ponte che ospita la base operativa per lavorare e predisporre i «materassi» su cui poggerà la nave.

Riempiti da Italcementi: cubi giganteschi di 50/60 tonnellate l'uno, per una fornitura di circa 20 mila tonnellate che andranno a riempire il cosiddetto falso fondale. «Cemento marino», spiega Sergio Girotto, l'ingegnere capo del progetto per Micoperi, la società italiana che costruisce piattaforme petrolifere e che con l'americana Titan – numero uno al mondo per i salvataggi di relitti marini –, ha costituito il consorzio per il recupero della Concordia.

Cemento senza additivi di sorta, perché la chimica va ridotta al minimo. Si chiama Termocem: in fase di presa, il normale cemento sviluppa temperature alte. Questo, invece, fa presa sviluppando temperature notevolmente inferiori, evitando in questo modo che il manufatto si possa fessurare in fase di consolidamento.

Ha inoltre importanti caratteristiche di sostenibilità ambientale: contiene infatti la loppa, un materiale riciclato da lavorazioni del settore siderurgico, che invece di essere smaltito viene riutilizzato da Italcementi per confezionare prodotti con caratteristiche particolari. È proprio la loppa che valorizza le prestazioni del cemento rendendolo adatto ad applicazioni speciali: in questo caso, in acqua.

Il falso fondale servirà per fare da base di appoggio su cui ruotare la nave una volta riportata a 90 gradi: ora è inclinata di 60. Il progetto prevede che sulla fiancata emersa della Concordia - quella di sinistra, dove lo scoglio ha causato una falla lunga 70 metri - vengano appoggiati dei maxi cassoni che le permetteranno di galleggiare. La nave verrà poi raddrizzata e inabissata, abbassata fino a poggiare sul falso fondale.

A quel punto verranno posizionati cassoni di galleggiamento anche sull'altra fiancata. La Concordia così riemergerá in assetto verticale e, chiusa nei gusci dei cassoni che le permetteranno di stare a galla, di essere trasportata in un altro porto, probabilmente quello di Livorno, dove si deciderà poi che farne.

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