Sciopero Telecomunicazioni
La Cgil: «Adesione dell'85%»

A livello provinciale l'adesione sarebbe stata «di 5 o 6 punti percentuali più alta rispetto alla mobilitazione di settembre»: a riferirlo è la Slc-Cgil di Bergamo nel giorno dello sciopero nazionale del settore delle Telecomunicazioni.

A livello provinciale l'adesione sarebbe stata «di 5 o 6 punti percentuali più alta rispetto alla mobilitazione di settembre»: a riferirlo è la Slc-Cgil di Bergamo nel giorno dello sciopero nazionale del settore delle Telecomunicazioni che nel territorio orobico conta circa 400 addetti in organico per Telecom, Vodafone e Wind (sarebbero 200.000 in tutto il Paese).

«Avevamo sfiorato un'adesione dell'80% dei lavoratori appena un mese fa, oggi la percentuale è dell'85% circa» ha commentato Renato Comelli della Slc-Cgil di Bergamo che, insieme alla delegazione provinciale, ha partecipato alla manifestazione che si è svolta fra piazza della Repubblica e piazza Santi Apostoli a Roma.

La mobilitazione chiedeva il rinnovo del Ccnl delle Telecomunicazioni, scaduto nel gennaio scorso. Le trattative per il suo rinnovo si sono rotte a luglio. A proclamare l'agitazione, come già era accaduto a settembre, sono stati i sindacati di categoria, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.

«La controparte, Asstel-Confindustria, nei mesi scorsi ha sempre respinto quelli che sono i nodi fondamentali della nostra piattaforma sindacale, e cioè la garanzia occupazionale e territoriale sul cambio degli appalti, ovvero quelle che chiamiamo clausole sociali, norme sul contratto che garantiscono l'occupazione a fronte anche dei cambi d'appalto delle aziende che lavorano per i singoli operatori; in secondo luogo il recupero integrale del potere d'acquisto delle retribuzioni: la nostra richiesta è di un aumento mensile di 140 a regime in tre anni per il livello medio, richiesta, a nostro avviso, modesta ed adeguata ai tempi».

«Al terzo punto, la definizione di nuove figure professionali: quello che si intende fare è fotografare meglio e con criteri più oggettivi una situazione che è oramai non più rappresentativa della realtà professionale del settore» ha spiegato Comelli.

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