Economia / Bergamo Città
Martedì 04 Settembre 2012
Rientro senza ripresa:
il lavoro con il fiato sospeso
L'estate sta finendo, ma la preoccupazione sul fronte occupazionale continua ad essere alta. Senza voler fare del terrorismo psicologico, dopo le fermate collettive di agosto il clima che si respira è di attesa: si sta sul chi va là, aspettando la tanta agognata ripresa.
L'estate sta finendo, ma la preoccupazione sul fronte occupazionale continua ad essere alta. Senza voler fare del terrorismo psicologico, dopo le fermate collettive di agosto il clima che si respira è di attesa: si sta sul chi va là, aspettando la tanta agognata ripresa.
Tra i sindacati, infatti, aleggia una certa prudenza, dettata dal fatto che campanelli d'allarme al momento non ce ne sono, semmai si è in presenza di alcune richieste di cassa integrazione ordinaria da parte di importanti realtà del territorio, che potrebbero fare da barometro per misurare la situazione.
Proprio lunedì 4 settembre sono in programma due incontri sindacali, alla Brembo di Mapello e alla Phoenix di Zingonia, per una richiesta di Cigo, che, nel primo caso interessa i dipendenti della fonderia di ghisa e della divisione dischi di Mapello, mentre nel secondo dovrebbe coinvolgere circa 120 persone (la richiesta è di sette settimane) su un totale di 230 lavoratori.
Fra le altre aziende metalmeccaniche che stanno utilizzando o hanno richiesto l'ammortizzatore, stando ai dati della Fiom-Cgil, figurano la Bodega di Cisano Bergamasco, la Fonderie Officine Pietro Pilenga di Comun Nuovo (che era da un anno che non ricorreva alla cassa), la Locatelli Eurocontainers di Cologno al Serio, la Meccanotecnica di Torre Boldone (con stabilimento a Pedrengo) e la Sbp di Ghisalba.
C'è poi la N&W Global Vending, che, dopo aver annunciato cinque giornate di fermo produttivo (una a fine agosto, più i quattro venerdì di settembre), allo stabilimento di Valbrembo (dove sono occupati circa 780 dipendenti su un totale di un migliaio), di recente ha richiesto quattro settimane di Cigo (dal 3 al 29 settembre) per i lavoratori occupati a Mozzo (un centinaio).
Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di martedì 4 settembre
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