Piccinini sullo sciopero della Cgil:
rispettiamo ma non condividiamo

Il segretario generale della Cisl di Bergamo, Ferdinando Piccinini, è intervenuto sul tema dello sciopero indetto dalla Cgil il 14 maggio per esprimere la differenza di vedute tra i due sindacati. «Più che lo sciopero servono iniziative nuove».

Il segretario generale della Cisl di Bergamo, Ferdinando Piccinini, è intervenuto sul tema dello sciopero indetto dalla Cgil il 14 maggio per esprimere la differenza di vedute tra i due sindacati. Ecco il comunicato stampa.

«Riteniamo inaccettabili alcune considerazioni del segretario della Cgil di Bergamo in merito al confronto unitario sulle iniziative di mobilitazione. Sostenere che si fosse raggiunta una intesa in merito allo sciopero è affermazione priva di ogni fondamento».

«Abbiamo sempre sostenuto la necessità di mettere in campo proposte e percorsi innovativi in questa fase di grave crisi, dando la disponibilità di discutere sul merito delle proposte sindacali per poi definire congiuntamente uno sciopero unitario di 2 ore unito alla proposta di lanciare un fondo di mutualità per il sostegno delle famiglie con ulteriori 2 ore di lavoro».

«Tutto questo al fine di non disperdere le risorse in questo contesto economico e dare segni di maggiore solidarietà. Paradossalmente, quasi a prescindere dai contenuti, abbiamo riscontrato che il problema della Cgil di Bergamo era semplicemente di definire la data e le quattro ore di sciopero».

«Ribadiamo che questa modalità di azione non appartiene alla cultura e all'azione della Cisl. Noi riteniamo che serva invece mettere in campo iniziative nuove che rispondano in termini concreti ai bisogni e alle necessità dei lavoratori bergamaschi in questa fase cosi difficile».

«Non condividiamo ma rispettiamo la decisione della Cgil di Bergamo. Eguale rispetto lo pretendiamo per la nostra organizzazione, i nostri militanti e i nostri iscritti. Vogliamo chiudere definitivamente sterili polemiche che non servono a nulla per occuparci attivamente di come contrastare la crisi e dare risposte al crescente disagio sociale».

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