Economia / Valle Brembana
Domenica 27 Gennaio 2008
«Il rilancio in Val Brembana passa dal gioco di squadra»
Dalla ricerca sul tessuto produttivo indicazioni per lo sviluppo. Crescita dell’industria e del turismo, infrastrutture e formazione
Rafforzare le imprese radicate sul territorio. Sviluppare infrastrutture e migliorare la formazione delle risorse umane. Rilanciare nel contempo il turismo per contribuire alla crescita del territorio. Sono le indicazioni emerse dal dibattito organizzato dalla Provincia all’hotel Bigio di San Pellegrino sulla situazione economica della Valle Brembana. Dopo la presentazione della ricerca sulla valutazione del tessuto produttivo della Valle Brembana, esponenti del mondo imprenditoriale e sindacale si sono confrontati sulle problematicità e sulle esigenze produttive della valle per capire in cosa il territorio può migliorare.
Ad aprire i lavori è stato l’assessore provinciale al Lavoro, Giuliano Capetti: «Questa ricerca serve a fornire spunti di riflessione ma anche a dare suggerimenti alle imprese e agli amministratori locali che devono rendersi conto che fare sistema e superare il campanilismo è oggi necessario per rilanciare l’economia della valle».
La ricerca ha evidenziato che la presenza manifatturiera resta consistente. «Una realtà importante e che ha fatto da guida per lo sviluppo economico del territorio – ha detto Stefano Scaglia, vicepresidente di Confindustria Bergamo -. Il problema è che oggi i vantaggi competitivi si sono ridotti e i mercati in cui le imprese della valle operano sono maturi. La soluzione è investire in innovazione e infrastrutture e ridurre il gap esistente tra le esigenze delle aziende e la bassa scolarizzazione delle risorse umane». E sul turismo Scaglia non ha dubbi: «Mancano le strutture e i servizi legati allo sviluppo di questo importante settore per l’economia del territorio. Oggi serve una pianificazione attenta e un maggior coordinamento tra tutti i soggetti economici per creare un contesto favorevole allo sviluppo sinergico di manifatturiero e turismo».
«Il settore manifatturiero non può essere abbandonato a sé stesso per il semplice motivo che qui in valle l’alternativa all’occupazione è inesistente», ha ribadito Maurizio Laini, segretario generale della Cgil di Bergamo. «Perché quindi non immaginare degli scenari di sviluppo diversi per quelle imprese che possono innovare - si chiede Laini -. Occorre però agire in fretta per risolvere i problemi di carattere infrastrutturale che abbassano l’attrattività del territorio, a partire dalla scarsa formazione, primo ostacolo all’innovazione. Inoltre, bisogna superare il campanilismo di certe pubbliche amministrazioni che rappresenta un freno all’aggregazione».
E proprio sugli enti locali Gigi Petteni, segretario generale della Cisl di Bergamo, dice: «Devono essere loro i protagonisti del rilancio economico della valle. C’è bisogno di un’innovazione di tipo istituzionale per creare le condizioni per una maggiore governance del territorio. Oggi il rapporto tra imprese e territorio è cambiato e gli enti locali devono uscire dal loro campanilismo e cercare di fare sistema per evitare che le imprese abbandonino la valle e scendano in pianura».
«I problemi di questa valle sono tipici delle zone economiche svantaggiate: bassa scolarizzazione e costi per le imprese alti, dall’energia alle materie prime - ha commentato Paolo Agnelli, presidente di Imprese Territorio -. Occorre quindi agire in forma aggregata e sostenere progetti a favore del comparto manifatturiero e turistico come è stato fatto in questi anni, vedi il progetto Promovalle. Le risorse e le competenze per salvaguardare la realtà imprenditoriale della valle ci sono. Occorre continuare su questa strada facendo più sistema sul territorio».
«Il problema della Valle Brembana è comune alle altre valli ed è legato alla scarsa attrattività del territorio rispetto ad altre zone - ha aggiunto Marco Tullio Cicerone, segretario generale della Uil di Bergamo -. Qui in valle la mancanza di infrastrutture spinge le aziende a delocalizzare. Bisogna quindi definire un piano politico di gestione del territorio e insistere sulla formazione come volano allo sviluppo imprenditoriale. Inoltre, occorre promuovere l’aggregazione tra imprese per rafforzare quelle realtà già esistenti che costituiscono un patrimonio fondamentale per il futuro della valle».
(27/01/2008
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