È il dato «peggiore» del 2006. Guardando ai numeri, per la produzione industriale bergamasca il terzo trimestre dell’anno non può essere che classificato in questo modo. Certo è che, un po’ tutti, vorrebbero avere come dato peggiore dell’anno un bel rialzo, su base annua, del 3,8%. E per di più con un andamento che si mantiene a livelli superiori della media lombarda. Oggettivamente, il risultato messo a segno nel trimestre luglio-settembre, è lontano dal +5,4% che venne registrato nel periodo aprile-giugno ed è anche più basso del 4,7% che si archiviò tra gennaio e marzo. Ma in ogni caso resta il terzo miglior risultato degli ultimi cinque anni. E conferma al 4% la crescita media della produzione industriale della provincia di Bergamo nel corso dei primi 9 mesi del 2006.
Come rilevano gli esperti della Camera di commercio di Bergamo, nell’analisi che dà corpo all’indagine congiunturale sul terzo trimestre dell’anno «continua la fase ascendente del ciclo della produzione industriale. La variazione su base annua è del +3,8%, in leggera decelerazione rispetto alle performance straordinarie dei primi due trimestri del 2006 ma sufficiente comunque a proiettare sulla fine del 2006, in caso di sostanziale stabilità nell’ultimo trimestre dei livelli raggiunti a settembre, un tasso medio annuo di variazione ben oltre il 4%, che recupererebbe l’intera perdita produttiva accumulatasi nel quinquennio 2001-2005».
La variazione congiunturale destagionalizzata dell’industria è positiva: +0,49% nel trimestre, in lieve diminuzione rispetto ai tre mesi precedenti per effetto di quello che è probabilmente il rallentamento fisiologico di una dinamica insolitamente sostenuta. La variazione complessiva dei primi 9 mesi del 2006 sul corrispondente periodo del 2005 conferma il primato in Lombardia delle industrie di Bergamo (+4,7%) e di Brescia (+4,5%), anche se nel corso dell’ultimo trimestre hanno fatto ancora meglio Pavia e Cremona. Come evidenziano dalla Camera di commercio, il traino della ripresa è ancora assicurato dalle industrie meccaniche e dagli impulsi provenienti dai mercati esteri (mercati asiatici ma anche l’area euro). Nei primi sette mesi del 2006, a conferma di ciò, l’export di Bergamo ha superato i 6.716 milioni di euro con un aumento del +10,8% rispetto allo stesso periodo 2005.
Sul fronte delle classi dimensionali, le variazioni annue grezze, sono positive ovunque: +3,8% per le piccole imprese (fino a 49 addetti), +3,2% nelle medie (fino a 199 addetti) e +4,9% nelle grandi imprese con 200 addetti e più. Per quanto riguarda i settori, invece, il segno positivo riguarda 9 ambiti (contro gli 11 del trimestre scorso) su 13. La meccanica è ancora in fase molto positiva (+5,5%), così come i settori dei mezzi di trasporto (+9,8%) e della siderurgia (+12,3%). Carta-editoria e legno-mobili segnano progressi consistenti intorno ai 6-7 punti percentuali. La chimica aumenta del +3,7%, la gomma-plastica del +2,6%. Più attenuate le variazioni, pur sempre positive, delle industrie varie e delle industrie alimentari.
Perdura invece una situazione critica nel sistema moda: «tessile, abbigliamento e pelli-calzature scendono rispetto ai livelli produttivi di un anno fa e in questi settori sono in netta maggioranza le imprese che segnalano cali, anche vistosi, della produzione». Così si registrano variazioni tendenziali grezze negative per il tessile (-1,9%), l’abbigliamento (-1%), le pelli-calzature (-3%) e i minerali non metalliferi (-0,6%).(26/10/2006)
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