Piano industriale di Ubi Banca
Niente intesa, sindacati critici

L'incontro non ha modificato le posizioni tra Ubi e sindacati sul piano industriale 2011-2015 che procederà senza il consenso sindacale. Per i sindacati «il gruppo Ubi è stato incapace di motivare in modo esaustivo i progetti».

L'incontro di questa mattina non ha modificato le posizioni, piuttosto distanti, tra Ubi e sindacati sulla prima procedura del piano industriale 2011-2015 che così procederà senza il consenso sindacale. Nel pomeriggio i sindacati Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Sinfub, Ugl e Uilca-Uil del gruppo Ubi hanno diffuso un comunicato che fa il punto della situazione: «Si sono chiusi gli incontri tra le organizzazioni sindacali e la delegazione aziendale relativi alla prima procedura sul piano industriale 2011-2015 inerente alla realizzazione della struttura a clessidra, della Mass Market Team e degli Sviluppatori senza raggiungere alcuna intesa».

Per i sindacati «il gruppo Ubi è stato assolutamente incapace di motivare in modo esaustivo i progetti in discussione e le azioni che ha messo in campo stanno dimostrando la precarietà delle soluzioni adottate. Verificheremo l'applicazione del nuovo modello organizzativo delle Banche rete, monitorando ogni fase operativa e le effettive ricadute sugli organici».

I sindacati del gruppo Ubi, inoltre, contestano «l'efficacia del piano industriale nel suo complesso: la significativa quantità di uscite previste, la mancanza di un chiaro progetto di sviluppo commerciale e l'assenza di una strategia con la quale affrontare questa pesantissima situazione di crisi.

Sarebbe stato necessario affrontare tutte le problematiche di questo gruppo: gli esuberi dichiarati, i costi delle consulenze, i compensi del management, la mancata applicazione degli accordi e, non ultime, le motivazioni che hanno portato alle operazioni societarie straordinarie recentemente annunciate».

Ma, per i sindacati, la delegazione aziendale «ha preferito invece sorvolare su queste tematiche non chiarendo i motivi per cui Banca 24/7, Centrobanca e Banco San Giorgio saranno oggetto nel 2012 di fusioni per incorporazione che sino a pochi mesi fa non erano nemmeno previste. Soprattutto il Gruppo non ha voluto dissipare i dubbi sulle possibili conseguenze che si potranno verificare, rinviando la discussione alle singole trattative che di volta in volta si apriranno».

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