«Sistema manufatturiero solido»
Preoccupano i dati sugli occupati

«Non facciamo del catastrofismo perché il sistema manifatturiero è ancora solido», mette le mani avanti Silvio Albini, ma i dati occupazionali del 3° trimestre 2011 sulle imprese industriali associate «sono molto preoccupanti».

«Non facciamo del catastrofismo perché il sistema manifatturiero bergamasco è ancora solido», mette le mani avanti Silvio Albini, ma i dati occupazionali del terzo trimestre 2011 sulle imprese industriali associate - riconosce il vicepresidente di Confindustria Bergamo per le relazioni sindacali - «sono molto preoccupanti».

Bastano alcuni dati: i licenziamenti sono più che raddoppiati (da 158 a 358); una decina di aziende, soprattutto medie e piccole, ha cessato l'attività o chiuso reparti con una contrazione occupazionale di 170 unità; ed è crollato del 25% il cosiddetto lavoro somministrato (cioè quello interinale), addirittura del 64% nel solo mese di settembre con un numero di lavoratori coinvolti sceso a 2.472 rispetto ai precedenti 6.869. E quello del lavoro interinale è un indicatore particolarmente significativo perché le aziende, quando sentono aria di crisi, tendono a non prolungare i rapporti di lavoro somministrato.

Certo, potrebbe, in teoria, confortare la riduzione del ricorso ai vari tipi di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria, in deroga) ma, in realtà, è una magra consolazione: la cassa, infatti, cala non perché le imprese hanno riassorbito del personale ma perché in diversi casi la procedura giunge ad esaurimento e non può più essere prolungata, facendo scattare i licenziamenti. Viene dunque a scoppiare quella «bolla» di esuberi che finora è stata in qualche modo occultata dalla cassa integrazione.

Il terzo trimestre dell'anno non ha replicato l'andamento dei primi due, caratterizzati da una pur moderata ripresa: «Adesso invece - dice Albini, affiancato dal responsabile dell'area sindacale Stefano Malandrini - rileviamo un ridimensionamento delle aspettative di ripresa che avevamo còlto in molti settori tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011. Oggi dobbiamo registrare un rallentamento, soprattutto per le imprese più piccole dedicate al mercato domestico e per quelle orientate più sui beni di consumo che sui beni di investimento».

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