Economia
Lunedì 23 Gennaio 2006
San Pellegrino, lavoratori compattiper il rilancio dell’azienda in Val Brembana
Le assemblee dei lavoratori della San Pellegrino hanno approvato, il 19 gennaio scorso, la linea sostenuta da RSU e dalle segreterie sindacali provinciali riguardo alla vertenza in corso nell’azienda di acque minerali della Val Brembana, dopo l’annuncio dello spostamento di parte della produzione in Veneto. Ora il prossimo confronto tra le parti è fissato per il 6 febbraio. I sindacati rilanciano una proposta articolata nel tempo e negli ambiti di intervento, che punta ad un consistente sviluppo non solo per la San Pellegrino spa, ma anche per l’intera Valle Brembana. La notizia dell’intenzione della S. Pellegrino di spostare una parte della produzione di bibite dallo stabilimento bergamasco di Ruspino a San Pellegrino a quello veneto di San Giorgio in Bosco era arrivata a metà novembre 2005. Nelle ultime settimane dell’anno i lavoratori dell’azienda erano scesi in sciopero. Nell’incontro del giorno 11 Gennaio la delegazione sindacale ha illustrato alla controparte aziendale le linee guida della propria piattaforma, affinata poi nel corso delle assemblee dei lavoratori.
Per i sindacati il polo produttivo di Ruspino deve continuare ad esistere quale unità di produzione di multiprodotto, ovvero acqua minerale, aperitivi, bibite in lattina e vetro. In un comunicato, le rappresentanze sindacali spiegano che, «a fronte delle assicurazioni fornite dall’azienda che non esistono programmi di migrazione di altre produzioni, a fronte di un’analisi condivisa circa i maggiori fabbisogni in termini d’investimenti tecnologici, individuiamo nella “sala miscele” l’intervento imprescindibile del 2006. Per ragionare poi di logistica, magazzini e trasporti. Mentre rifiutiamo categoricamente ogni ipotesi di smantellamento di aree industriali dedicate alle produzioni per creare aree di stoccaggio interne allo stabilimento, chiediamo all’azienda di convenire su un percorso di coinvolgimento delle istituzioni, degli enti locali, degli imprenditori e delle parti sociali presenti sul territorio, per realizzare un protocollo d’intesa circa la creazione di un polo logistico, destinato allo stoccaggio del prodotto finito, in località “Alderò”, nella zona a scavalco tra i territori di San Pellegrino e Zogno». A questo scopo sono già state sensibilizzate le forze locali del territorio.
Le rappresentanze sindacali chiedono all’azienda, inoltre, di «ragionare dello sviluppo produttivo dello stabilimento di Ruspino, almeno per il prossimo triennio, con evidente attenzione ai fabbisogni occupazionali. Conclusa senza ricadute sociali l’operazione di unificazione dei due stabilimenti (Via Taramelli ha terminato le produzioni nel mese di Dicembre 2005), non ci sono più alibi da parte della controparte per l’avvio di un’analisi congiunta dei fabbisogni occupazionali, che se da un lato ci soddisfano sotto l’aspetto quantitativo, manifestano ancora ritardi sotto l’aspetto della stabilizzazione della manodopera. Un piano di sviluppo come quello proposto all’azienda deve accompagnarsi ad una seria politica occupazionale, che utilizzi i contratti a termine e la somministrazione di manodopera esclusivamente per i picchi di stagionalità, stabilizzando un consistente numero di contratti a tempo determinato».
Per il 6 febbraio prossimo sono attese le risposte dell’azienda presso la Confindustria di Bergamo.
(23/01/2006)
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