Grassobbio, sciopero alla Genius
Nel mirino il piano industriale

Due ore di sciopero proclamate per venerdì, dalle 15 alle 17, per protestare contro un progetto industriale che rischia di colpire al cuore la produzione. È quanto ha deciso l'assemblea dei lavoratori della Genius di Grassobbio.

Due ore di sciopero proclamate per venerdì, dalle 15 alle 17, per protestare contro un progetto industriale che rischia di colpire al cuore la produzione. È quanto ha deciso l'assemblea dei lavoratori della Genius di Grassobbio, azienda che fa parte del gruppo Faac spa di Bologna e che si occupa della produzione di motori elettrici per cancelli.

La capogruppo ha comunicato nei giorni scorsi l'intenzione di accorpare nel capoluogo emiliano gli uffici e quindi di chiedere a 20 dei 27 impiegati di Grassobbio di trasferirsi entro la fine di quest'anno, con l'unica contropartita di tre mesi di affitto eventualmente pagati a Bologna. Per il resto, la produzione e la logistica, con i 57 lavoratori attualmente in forza, rimarrebbero in paese, ma, fa notare Marco Tebaldi della Fim Cisl «manca un piano industriale che dia le necessarie assicurazioni sul futuro dello stabilimento. La Faac ha deciso dall'oggi al domani del futuro di 20 persone, senza peraltro lasciare particolari possibilità di scelta (l'alternativa sarebbero le dimissioni), ma non concede ampi spazi di prospettiva nemmeno per quelli che restano. Per questo chiediamo con forza la convocazione delle Organizzazioni Sindacali per discutere del futuro della Genius e per valutare alternative e contropartite per gli impiegati interessati dal trasferimento».

Quella di venerdì pomeriggio sarà la prima delle azioni che l'assemblea ha chiesto a Rsu e sindacati di mettere in atto per salvaguardare gli interessi dei lavoratori di Grassobbio.

«La scelta di trasferire parte dei dipendenti a Bologna è stata respinta dall'assemblea dei lavoratori, sia per la scelta dei tempi (rapidissimi) che per le motivazioni dell'azienda” spiega Mauro Rossi della Fiom-Cgil di Bergamo -. I lavoratori chiedono certezze e garanzie per il futuro del sito produttivo di Grassobbio, che non ha mai avuto, nemmeno nei periodi peggiori della crisi, problemi significativi in termini di fatturato».

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