22 posti a rischio, stato d'agitazione
alla «Finazzi Arredamenti»

I 22 lavoratori della ditta Finazzi arredamenti di Comun Nuovo, preoccupati per il loro posto di lavoro, hanno dichiarato lo stato di agitazione. La vicenda nasce all'interno di un contenzioso che si trascina ormai da tempo tra i titolari dell'azienda e i proprietari dell'immobile dov'è collocata l'azienda stessa per problemi legati al pagamento dei canoni d'affitto.

Nonostante l'azienda abbia pagato un assegno circolare di 10 mila euro come indennità di occupazione, secondo quanto richiesto dalla proprietà degli immobili, l'intesa è stata contestata tanto che il 30 marzo scorso un ufficiale giudiziario ha imposto all'azienda di liberare gli immobili entro lunedì 6 aprile, annullando di fatto una precedente intesa che prorogava l'occupazione dei locali fino al 4 maggio, data che avrebbe consentito alla Finazzi arredamenti di trasferire l'attività produttiva  in un nuovo immobile già individuato.

Ma questa nuova data e la ferma presa di posizione della proprietà dell'immobile, scrive la Cisl in un comunicato, rischiano di mettere in difficoltà l'azienda nella sua capacità di produrre e ne lrispetto dei tempi di consegna previsti, mettendpo a rischio il sostentamento delle 22 famiglie dei lavoratori oggi in forza.

Nel commentare la vicenda, Umberto Giudici, della Filca Cisl, sottolinea che «siamo consapevoli che anche nella nostra provincia il settore dell'arredamento da bar e le sue aziende più rappresentative non attravesano un momento positivo. La particolarità di questa situazione è che a mettere in discussione questi posti di lavoro è un contenzioso tra la proprietà dell'immobile e la titolarità dell'azienda».

«I lavoratori dell'azienda - si legge ancora nel comunicato della Cisl - non entrano in merito alle questioni legali che saranno discusse nelle sedi opportune, chiedono però con fermezza e a gran voce che chi ha l'autorità intervenga a difesa dei loro posti di lavoro. A sostegno di questa legittima richiesta è stato definito per lunedì mattina, giorno indicato dall'ufficiale giudiziario per lo sfratto gforzato, una mobilitazione e un presidio di fronte ai cancelli dell'azienda nel tentativo estremo di salvare i loro posti di lavoro»

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