Credito: non esclusa una fusione
ma è un'eventualità per il futuro

Il Credito Bergamasco (gruppo Banco Popolare) «non è assolutamente in vendita. Abbiamo sempre detto che gli asset in vendita sono quelli non core». Lo ha affermato l'ad del Banco Popolare, Pierfrancesco Saviotti, non escludendo un'eventuale fusione in futuro.

Il Credito Bergamasco (gruppo Banco Popolare) «non è assolutamente in vendita. Abbiamo sempre detto che gli asset in vendita sono quelli non core». Lo ha affermato lunedì 18 luglio l'amministratore delegato del Banco Popolare, Pierfrancesco Saviotti, durante la presentazione del progetto di riassetto del gruppo varato venerdì scorso dai consigli.

La riorganizzazione annunciata prevede la fusione nella holding Banco Popolare, delle quattro principali controllate (le popolari di Verona, Novara, Lodi e della CR Lucca), mentre il Credito Bergamasco, non detenuto al 100% e quotato in borsa, manterrà il suo status di società quotata sottoposta al controllo del banco.

«Se avessimo deciso di fondere anche il Credito Bergamasco, avremmo perso circa 37 punti base di Core Tier 1, perché non è nostro al 100%. Ma, sotto esame di stress test, non ce lo potevamo permettere», ha spiegato Saviotti.

«Quindi - ha proseguito - abbiamo ritenuto opportuno che il Creberg rimanesse con il suo stato di banca. Ci è sembrata la scelta più giusta da fare oggi». Saviotti non ha comunque escluso che un'eventuale fusione anche del Creberg possa essere presa in considerazione in futuro. «È una banca del gruppo. È ragionevole prevedere che in futuro si possa prendere anche questa decisione, se ce ne saranno le condizioni".

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